"Care compagne, quando avevo raggiunto la vostra età, la questione
sessuale non aveva grande importanza per me. Ma adesso
sì, e rappresenta un fattore tremendo per migliaia,
addirittura milioni, di giovani." Emma Goldman,
conversando con Peter Kropotkin (Goldman, p.253)
Mentre le donne nel diciannovesimo secolo erano impegnate nella spaccatura liberal-radicale, i libertari stavano discutendo "la questione femminile". In Inghilterra, il nuovo teorico anarchico William Godwin aveva formato un'alleanza con la pioniera femminista Mary Wollstonecraft. Nel frattempo in Francia, l'utopista Charles Fourier stava scrivendo che " il progresso sociale e i cambiamenti del periodo storico hanno luogo in proporzione all'avanzamento della donna in campi come la libertà, e il declino sociale soggiunge come risultato della diminuzione della libertà delle donne" (Beecher, p.l). Similarmente, il nuovo socialista Robert Owen, parlando delle sue comunità Utopiche, dice che "entrambi i sessi devono avere la stessa educazione, gli stessi diritti, privilegi, e la stessa libertà personale" (Harsin, p.75). Purtroppo, la pratica ha insegnato che le buone intenzioni non sono sufficienti, visto che l'ostilità spesso opera proprio all'interno dell'ambiente Utopico. Dal suo studio sulle comunità Oweniane, Jill Harsin ha concluso che "l'attaccamento alla domesticità tradizionale della società comune è servita a incorporare le disuguaglianze del vecchio mondo in quello nuovo" (Harsin, p.82). Questa divisione continua a contagiare i movimenti sociali contemporanei. Mentre molti uomini riconoscono che le donne devono essere soci attivi della vita pubblica, questi stessi però non vogliono ammettere che ciò comporti anche un uguale coinvolgimento nella vita domestica. Nel frattempo, Pierre-Joseph Proudhon (il primo ad adottare il modello "anarchista") si allontana sempre di più dalle posizioni degli Utopisti per considerare la famiglia patriarcale come l'unità sociale fondamentale (Marsh). E mentre Bakunin incita la totale partecipazione delle donne nella vita pubblica, lui non differisce molto da Marx o da Engels a tal riguardo. Sia lo stato socialista che le società anarco-sindacaliste materializzatisi nel ventesimo secolo, falliscono nello sfidare la dicotomia pubblico-privato che spesso si conclude nel raddoppiamento del caricod i lavoro femminile. Martha Ackelsberg ha scritto in uno studio sulla Rivoluzione Spagnola: " la corrente principale del movimento anarchico spagnolo rifiuta di riconoscere sia la specificità dell'oppressione delle donne sia la legittimità della separazione delle lotte per sormontarla" (Ackelsberg, p.ll8). Come conseguenza delle politiche liberali classiche - e la relativa enfasi sulla libertà individuale - l'anarchismo ha ereditato dal liberalismo una consistente polarizzazione maschile. Non solo le donne vengono minimamente coinvolte nella creazione sia del liberalismo che dell'anarchismo, ma l'anarchismo trattiene dal liberalismo una serie di dualismi gerarchici, a volte in sordina, a volte no. Così, ad esempio, le opposizioni pubblico-privato e ragione-emozione diventano parte sia dell'individualismo anarchico, con il suo orientamento capitalista, che dell'anarchismo sociale basato sulla comunità. Ciò nonostante, il concetto di individuo che era emerso nell'anarchismo sociale rimane profondamente differente da quello liberale. Mentre l'anarchismo sociale cerca di mantenere e rafforzare i legami della Comunità, il liberalismo combacia perfettamente con il capitalismo emergente. La focalizzazione dell'anarchismo sociale sulla comunità punta alla promozione dell'aiuto mutuale, una focalizzazione che coincide con i concetti socialisti emergenti di coscienza di classe, solidarietà e internazionalismo. L'immagine liberale della competizione, i diversi individui che lavorano per il loro stesso interesse hanno rappresentato la veri antitesi all'ala sinistra dell'anarchismo. Ma mentre gli anarchici sociali e i socialisti riconoscevano che il lavoro di classe non avrebbe mai ottenuto un'uguaglianza sostanziale all'interno del sistema politico liberale, le femministe iniziavano a capire che non sarebbero mai arrivate a un'uguaglianza fra i generi in un sistema patriarcale che aveva chiuso loro le porte della vita pubblica. Descrivendo l'apparente contraddizione fra "individui liberi e uguali" e le donne schiavizzate nella vita domestica, Anne Phillips scrive: " Trovando chiusa la porta principale, il patriarcato è entrato da quella di servizio. Invece di rifiutare tutte le forme di autorità naturale, i nuovi liberali si sono limitati a sostenere che il governo e la famiglia sono due regni separati" (Phillips, p.l4). Così, la dicotomia pubblico-privato, che istituzionalizza il controllo maschile sul potere decisionale comunitario, trova appoggio prima nelle politiche liberali e poi in quelle anarchiche.
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