Ebbene sia, dicono alcuni: l'anarchia può essere una forma perfetta di convivenza sociale, ma noi non vogliamo fare un salto nel buio. Diteci dunque dettagliatamente come sarà organizzata la vostra società. E qui segue tutta una serie di domande, che sono molto interessanti se si tratta di studiare i problemi che s'imporranno alla società emancipata, ma che sono inutili, o assurde, o ridicole se si pretende averne da noi una soluzione definitiva. Con quali metodi si educheranno i bambini? Come si organizzerà la produzione? Ci saranno ancora delle grandi città, o la popolazione si distribuirà egualmente su tutta la superficie della terra? E se tutti gli abitanti della Siberia vorranno passar l'inverno a Nizza? E se tutti vorranno mangiare pernici e bere vino del Chianti? E chi farà il minatore o il marinaio? E chi vuoterà i cessi? E i malati saranno assistiti a domicilio o all'ospedale? E chi stabilirà l'orario delle ferrovie? E come si farà se a un macchinista vengan le coliche mentre il treno sta in marcia?... E così di seguito fino a pretendere che noi possedessimo tutta la scienza e l'esperienza di là da venire, e che, in nome dell'anarchia, prescrivessimo agli uomini futuri a che ora debbono andare a letto, e quali giorni si debbono tagliare i calli.
Veramente se i nostri lettori aspettano da noi una risposta a queste domande, o almeno a quelle tra esse che sono veramente serie ed importanti, che sia più che la nostra opinione personale di questo momento, vuol dire che siamo mal riusciti nel nostro scopo di spiegar loro che cosa è l'anarchia.
Noi non siamo più profeti degli altri: e se pretendessimo dare una soluzione ufficiale a tutti i problemi che si presenteranno nella vita della società futura, noi intenderemmo l'abolizione del governo in un senso strano davvero. Noi ci dichiareremmo governo, e prescriveremmo, a mo' dei legislatori religiosi, un codice universale pei presenti e pei futuri. Fortuna che, non avendo noi roghi e prigioni per imporre la nostra Bibbia, l'umanità potrebbe ridere impunemente di noi e delle nostre pretese!
Noi ci preoccupiamo molto di tutti i problemi della vita sociale, e per l'interesse della scienza e perché facciam conto di vedere l'anarchia attuata e di concorrere come potremo all'organizzazione della nuova società. Abbiamo quindi le nostre soluzioni, che, secondo i casi, ci appaiono definitive o transitorie e ne diremmo qui qualche cosa, se non cel vietasse lo spazio. Ma il fatto che noi oggi, coi dati che possediamo, pensiamo in un dato modo sopra una data questione, non vuol dire è così che si farà in avvenire. Chi può prevedere le attività che si svilupperanno nell'umanità quando essa sarà emancipata dalla miseria e dall'oppressione, quando non vi saranno più schiavi né padroni, e la lotta contro gli altri uomini, e gli odii ed i rancori che ne derivano, non saranno più una necessità dell'esistenza? Chi può prevedere i progressi della scienza, i nuovi mezzi di produzione, di comunicazione, ecc.?
L'essenziale è questo: che si costituisca una società in cui non sia possibile lo sfruttamento e la dominazione dell'uomo sull'uomo; in cui tutti abbiano la libera disposizione dei mezzi di esistenza, di sviluppo e di lavoro, e tutti possano concorrere, come vogliono e sanno all'organizzazione della vita sociale. In tale società tutto sarà fatto necessariamente nel modo che meglio soddisfaccia ai bisogni di tutti, date le cognizione e le possibilità dei, momento; e tutto si trasformerà in meglio, a seconda che crescano le cognizioni ed i mezzi.
In fondo, un programma che tocca le basi della costituzione sociale non può far altro che indicare un metodo. Ed è il metodo quello che soprattutto differenzia i partiti e determina la loro importanza nella storia. A parte il metodo, tutti dicono di volere il bene degli uomini e molti lo vogliono davvero; i partiti spariscono e con essi sparisce ogni azione organizzata e diretta ad un finte determinato. Bisogna dunque soprattutto considerare l'anarchia come un metodo.
I metodi dai quali i diversi partiti, non anarchici, si aspettano e dicono di aspettarsi, il maggior bene di ciascuno e di tutti, si possono ridurre a due, quello autoritario e quello così detto liberale. Il primo, affida a pochi la direzione della vita sociale e mette capo allo sfruttamento ed all'oppressione della massa da parte di pochi. Il secondo s'affida alla libera iniziativa degli individui e proclama, se non l'abolizione, la riduzione del governo al minimo di attribuzioni possibile, però siccome rispetta la proprietà individuale ed è tutto fondato sul principio del ciascun per sé e quindi della concorrenza fra gli uomini, la sua libertà non è che la libertà pei forti, pei proprietari, di opprimere e sfruttare i deboli, quelli che non hanno nulla; e, lungi dai produrre l'armonia, tende ad aumentare sempre più la distanza tra i ricchi ed i poveri, e mette capo esso pure allo sfruttamento ed alla dominazione cioè all'autorità. Questo secondo metodo, cioè il liberalismo in teoria è una specie di anarchia senza socialismo, e perciò non è che una menzogna, poichè la libertà non è possibile senza l'eguaglianza, e l'anarchia vera non può esistere fuori della solidarietà, fuori del socialismo. La critica che i liberali fanno del governo, si riduce a volergli levare un certo numero di attribuzioni e chiamare i capitalisti a contendersele, ma non può attaccare le funzioni repressive che formano la sua essenza; poiché senza il gendarme il proprietario non potrebbe esistere, e anzi la forza repressiva del governo deve sempre crescere, a misura che crescono per opera della libera concorrenza la disarmonia e la disuguaglianza.
Gli anarchici presentano un metodo nuovo; l'iniziativa libera di tutti ed il libero patto, dopo che, abolita rivoluzionariamente la proprietà individuale, tutti sono stati messi in condizione eguale di poter disporre delle ricchezze sociali. Questo metodo, non lasciando adito alla ricostituzione della proprietà individuale, deve condurre, per la via della libera associazione, al trionfo completo del principio di solidarietà.
Così considerate le cose, si vede che tutti i problemi che si mettono avanti per combattere le idee anarchiche, sono invece un argomento in favore dell'anarchia, perché questa sola indica la via per la quale essi possono trovare sperimentalmente quella soluzione che corrisponde meglio ai dettami della scienza ed ai bisogni ed ai sentimenti di tutti.
Come si educheranno i bambini? Non lo sappiamo. E poi? I genitori, i pedagogisti, e tutti coloro che s'interessano alle sorti delle nuove generazioni, si riuniranno, discuteranno, s'accorderanno o si divideranno in diverse opinioni, e metteranno in pratica i metodi che crederanno i migliori. E colla pratica quel metodo, che davvero è migliore, finirà coi trionfare.
E così per tutti i problemi che si presenteranno.
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