giovedì 16 giugno 2011

7 ANNI E 10 MESI PER ANTONELLA PAOLO E IVANO

7 anni e 10 mesi: questa la pena inflitta ad Antonella, Paolo e Ivano

Oggi 16 giugno 2010, la Corte d'Appello di Cagliari ha riconsiderato la pena inflitta ai tre compagni nuoresi, reputata troppo lieve dalla Corte di Cassazione in relazione al reato per il quale sono stati condannati in via definitiva.
Sulla base della sentenza, la difesa ha reputato che il massimo inasprimento della pena dovesse arrivare 3 anni e 7 mesi.
Ma dopo tre ore di dibattimento, in appena poco più di un'ora, la Corte ha emesso una sentenza scandalosa: 7 anni e 10 mesi che ripercorrono la linea già tracciata dal p.m. De Angelis e che vanno anche al di là delle richieste del pg.
L'accanimento nei confronti dei tre compagni non è quindi terminato e la condanna odierna ne è un'amara conferma.
Tra le righe delle sentenze finora emesse, si delinea chiaramente l'intento di condannare le idee, come rivendicato dal pg e dal presidente del tribunale nei loro interventi.
Non lasciamo soli i compagni che quotidianamente subiscono la repressione.
Non permettiamo che ci rubino la vita.
Rivendichiamo la nostra e la loro libertà.

breve cronaca di una persecuzione
Antonella Lai, Paolo Anela e Ivano Fadda vengono arrestati il 31 marzo 2006 con l’accusa di essere gli autori del fallito "attentato" del 22 marzo contro una sede di Alleanza Nazionale a Nuoro.
Sin dal primo mese vengono deportati nelle galere del continente, Antonella a S.M Capua Vetere, Paolo a Palmi e Ivano a Palermo.
A gennaio 2009 la Corte d'Appello, sulla base dell’Art. 280 bis "atto di terrorismo con ordigni micidiali o esplosivi", li condanna a 3 anni e 2 mesi con multa di 3000 € per aver posto l'ordigno, chi materialmente, chi moralmente, nella sede elettorale di A.N., facendo cadere l’accusa di associazione sovversiva.
Contro la sentenza di II grado il pubblico accusatore ha ricorso in Cassazione facendola annullare, da cui la nuova condanna nel giugno del 2010.

Questo processo è un processo politico perché politico é il tipo di accusa e la motivazione che spinge gli inquisitori a perseguitarli. A causa del loro attivismo politico i tre compagni erano da tempo seguiti e spiati dalla Digos, hanno dovuto subire il carcere duro e pressioni psicologiche. Quel genere di rappresaglie che il potere riserva da sempre ai suoi nemici.

Le accuse nei loro confronti sono infatti basate esclusivamente su intercettazioni telefoniche e ambientali manipolate e reinterpretate in modo tendenzioso ed arbitrario e sostenute da indizi risibili.
Tra il loro arresto e il processo di primo grado ci fu persino la confessione di un minorenne che ammise di essere stato l’autore della rivendicazione del fallito attentato alla sede di An. Ma questa confessione, mettendo in crisi il delirante impianto accusatorio orchestrato dal p.m. Paolo De Angelis, fu deliberatamente ignorata.
Il suddetto personaggio, spinto da personali ossessioni e ambizioni, si è reso inoltre protagonista di numerosi altri fallimentari tentativi di confermare il cosiddetto teorema Pisanu, quello per cui l'allora Ministro degli Interni sollecitò varie azioni repressive, sostenendo che in Sardegna si fosse creata una "centrale del terrore" composta da
anarchici, indipendentisti e marxisti-leninisti.
Questo è uno dei tanti casi della repressione che dilaga ogni giorno in tutta Italia con perquisizioni, misure restrittive, arresti

Qualunque sarà il verdetto
INGIUSTIZIA è FATTA!

non lasceremo soli Antonella Paolo e
Ivano, né altre/i compagne/i che
ogni giorno subiscono la repressione

LIBERI TUTTI

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