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domenica 21 agosto 2011

LA SOCIETÀ INDUSTRIALE E IL SUO FUTURO (parte 6 e ultima parte)

Due tipi tecnologia
2O7. Una obiezione alla rivoluzione che proponiamo è che essa è destinata a fallire perché (si sostiene), lungo tutta la nostra sto- ria, la tecnologia è sempre progredita, mai regredita, e quindi la regressione tecnologia è impossibile. Ma questa affermazione è falsa.
2O8. Noi distinguiamo due tipi di tecnologia: tecnologia di pic- cole dimensioni e tecnologia dipendente dall'organizzazione. La tecnologia di piccole dimensioni è una tecnologia che può esse- re usata da comunità ristrette senza un'assistenza esterna. La te- cnologia dipendente da una organizzazione è quella che dipende da organizzazioni sociali di grandi dimensioni. Noi siamo con- sapevoli che non esistono casi significativi di regressione nella te- cnologia di piccole dimensioni. Ma la tecnologia dipendente da organizzazione regredisce quando l'Impero romano calde, la te- cnologia di piccole dimensioni dei Romani sopravvisse perché qualsiasi intelligente artigiano del villaggio poteva costruire, per esempio, una ruota per l'acqua, qualsiasi fabbro esperto poteva forgiare il ferro secondo il metodo correntemente usato, e cosÍ via. Ma la tecnologia che dipendeva dall'organizzazione dei Romani regredi. Gli acquedotti caddero in rovina e non furono piÙ ricostruiti; si persero le tecniche di costruzione stradale; il sistema fognario urbano fu dimenticato cosÍ che sono in tempi recenti il sistema igienico-sanitario delle città europee fu rico- struito in base a quello dell'antica Roma.
2O9. La ragione del perché la tecnologia è sembrata progredire incessantemente è che fino a uno o due secoli circa prima della rivoluzione Industriale la maggior parte della tecnologia era una tecnologia di piccole dimensioni. La refrigerazione, per esempio. Sarebbe stato virtualmente impossibile per un gruppo di artigia- ni locali costruire un frigorifero senza le parti costruite in fabbri- ca o le capacità di un laboratorio post-industriale. Se per qualche miracolo fossero riusciti a costruire uno non sarebbe servito a nulla senza una sicura fonte di energia elettrica. CosÍ avrebbero dovuto arginare un torrente e costruire un generatore. I genera- tori richiedono delle grandi quantità di filo di rame. Immagina cercare di fare quel filo senza una macchina moderna. E dove avrebbero trovato un gas adatto per la refrigerazione? Sarebbe sta- to molto piÙ facile costruire una casa di ghiaccio o preservare il cibo essiccandolo o appendendolo, come avveniva prima dell'in- venzione del frigorifero.
210. CosÍ è chiaro che se il sistema industriale crollasse definiti- vamente la tecnologia della refrigerazione andrebbe velocemen- te persa. Lo stessosi può dire di altre tecnologie dipendenti da un'organizzazione. E una volta che questa tecnologia vieneper- duta per una generazione ci vorrebbero secoli per ricostruirla, cosÍ come ci vollero secoli per costruirla la prima volta. I manuali che conserverebbero sarebbero pochi e sciupati. Una società indu- striale, se costruita dal nulla senza aiuto esterno, può solo essere costruita per stadi. Per costruire degli strumenti hai bisogno di altri strumenti...È necessario un lungo processo di sviluppo economico e di processo nella organizzazione sociale. E anche in assenza di una ideologia opposta alla tecnologia non vi è ragione di credere che chiunque sia interessato a ricostruire una società industriale. L'entusiasmo per "processo" è un fenomeno tipico della forma moderna della società e sembra non essere esistito all'incirca prima del XVII secolo.
211. Nel tardo Medioevo vi erano quattro principali civiltà progredire allo stesso modo: l'Europa, il mondo islamico, l'India e l'Estremo Oriente (Cina, Giappone, Corea). Tre di queste civiltà rimasero più o meno stabili e solo in Europa si verificò un processo dinamico. Nessuno sa perché ciò sia avvenuto: gli storici hanno le loro teorie ma sono solo speculazioni. Ad ogni modo è chiaro che lo sviluppo rapido verso una forma tecnologica di società ebbe luogo solo sotto speciali condizioni. Così non vi è alcuna ragione per ritenere che non si possa provocare una regressione tecnologica di lunga durata.
212. Alla fine la società si indirizzerebbe di nuovo verso una forma industriale tecnologica? Forse, ma non vi è alcuna utilità nel preoccuparsi di ciò, visto che non possiamo predire eventi che accadranno tra 500 o 1000 anni. Questi problemi dovranno essere affrontati dalle persone che vivranno allora.
Il pericolo della sinistra
213. A causa del loro bisogno di ribellione e di appartenere ad un movimento, le persone di sinistra o del tipo psicologico simile in genere non sono attratte da un movimento di protesta o di azione i cui obiettivi e la cui appartenenza non sono di sinistra. L'afflusso di mentalità di sinistra può facilmente volgere un movimento non di sinistra in uno di sinistra così che gli obiettivi di sinistra sostituiscono o distorcono gli obiettivi originali del movimento.
214. Per evitare ciò un movimento che esalta la natura e che si oppone alla tecnologia deve prendere una posizione risolutamente anti-sinistra e deve evitare qualsiasi collaborazione con la sinistra. La sinistra è nel lungo periodo inaffidabile riguardo la natura selvaggia, la libertà umana e la eliminazione della tecnologia moderna. La sinistra è collettivista; cerca di unire insieme l'intero mondo (sia la razza umana che la natura) in un complesso unificato. Ma questo implica la direzione della natura e della vita umana da parte di una società organizzata, e richiede una tecnologia avanzata. Non puoi avere un mondo unico senza un trasporto rapido e una rapida comunicazione. Non puoi rendere tutta la gente capace di amarsi l'un con l'altra senza sofisticate tecniche psicologiche, non puoi avere una "società pianificata" senza la necessaria base tecnologica. Soprattutto, la sinistra è guidata dal bisogno di potere, e l'uomo di sinistra cerca potere su una base collettiva, attraverso l'identificazione con un movimento di massa o una organizzazione. La sinistra molto probabilmente non abbandonerà mai la tecnologia, perché è troppo preziosa come fonte di potere collettivo.
215. Anche l'anarchico cerca il potere, ma lo cerca su una base individuale o di piccolo gruppo; egli vuole che gli individui e i piccoli gruppi siano capaci di controllare gli avvenimenti delle loro vite. Egli si oppone alla tecnologia perché rende i piccoli gruppi dipendenti da ampie organizzazioni.
216. Alcuni uomini di sinistra sembrano opporsi alla tecnologia, ma si opporranno solo fino a quando essi ne sono al di fuori e fino a quando il sistema tecnologico sarà controllato da uomini non di sinistra. Se la sinistra divenisse sempre più dominante nella società, così da far divenire il sistema tecnologico uno strumento nelle mani degli uomini di sinistra, essi lo userebbero con entusiasmo e promuovebbero la sua crescita. Nel fare ciò essi agirebbero secondo un modello che l'uomo di sinistra ha seguito sempre nel passato. Quando i bolscevichi in Russia non erano ancora al potere si opposero vigorosamente alla censura e alla polizia segreta, sostennero l'autodeteminazione per le minoranze etniche e così via; ma nel momento in cui arrivarono al potere imposero una censura ancora più stretta e crearono una polizia segreta più bieca di qualsiasi altra polizia zarista, opprimemendo le minoranze etniche almeno quando avevano fatto gli zar. Negli Stati Uniti venti anni fa, quando gli uomini di sinistra erano una minoranza nelle nostre università, i professori di sinistra proponevano con vigore la libertà accademica, ma oggi, in quelle università dove gli uomini di sinistra sono divenuti dominanti, essi si sono mostrati pronti a rimuovere la libertà accademica (questa é la "correttezza politica"). Lo stesso accadrà con gli uomini di sinistra e la tecnologia. La useranno per opprimere gli altri se riusciranno ad averne il controllo.
217. Nelle rivoluzioni precedenti, gli uomini di sinistra più affamati di potere ripetutamente hanno prima cooperato tanto con rivoluzionari non di sinistra, come con uomini di sinistra o di inclinazione piÙ libertaria, e piÙ tardi li hanno traditi per impa- dronirsi del potere. Robespierre fece questo nella rivoluzione fran- cese, cosÍ come i bolscevichi nella rivoluzione russa, i comunisti nella Spagna del 1938 e Castro e i suoi seguaci a Cuba, Data la sto- ria della sinistra, sarebbe completamente insensato per i rivoluzio- nari non di sinistra collaborare ora con gli uomini di sinistra.
218. Vari pensatori hanno sottolineato che la sinistra è un tipo di religione. La sinistra non è una religione in senso stretto per- ché la sua dottrina non postula l'esistenza di un essere sovranna- turale. Ma per l'uomo di sinistra, la sinistra gioca un ruolo psi- cologico molto piÙ importante della religione. Egli ha bisogno di credere nella sinistra; essa gioca un ruolo vitale nella sua econo- mia psicologica. Le sue opinioni non vengono facilmente modi- ficate dalla logica o dai fatti. Egli ha la convizione profonda che la sinistra è moralmente giusta, con la G maiuscola, e che egli ha non solo il diritto ma il dovere di imporre la moralità di sinistra a chiunque (comunque, molti di coloro che noi classifichiamo come "di sinistra" non pensano di esserla e non descriverebbero il loro sistema di convinzioni come di sinistra. Noi usiamo il ter- mine "sinistra" perché non conosciamo una parola migliore per disignare la gamma di princÍpi professati e in relazione tra loro che includono i momenti femministi, i diritti dei gay, la cor- retteza politica ecc. e perché questi movimenti hanno una forte affinità con la vecchia sinistra. Vedi paragrafo 228-231).
219. La sinistra è una forza totalitaria. Ogni volta che la sinistra è in una posizione di potere tende a invadere ogni angolo priva- to e obbliga ogni pensiero a conformarsi a un modello di sinistra. In parte questo deriva dal carattere quasi religioso della sinistra: ognicosa contraria alle credenze di sinistra rappresenta il Pecca- to. piÙ importante, la sinistra è una forza totalitaria a causa del- la spinta degli uomini di sinistra per il potere. L'uomo di sinistra cerca di soddisfare il suo bisogno di potere attraverso una identi- ficazione con un movimento sociale e cerca di passsare attraverso il processo del potere aiutando a perseguire e raggiungere gli obiettivi del movimento (vedi paragrafo 83). Non importa Quan- do lontano è andato il movimento nel raggiungere i suoi obietti- vi; l'uomo di sinistra non è mai soddisfatto perché il suo attivi- smo è una attività sostitutiva (vedi paragrafo 41). Il motivo vero dell'uomo di sinistra non è di raggiungere gli obiettivi apparenti della sinistra, in realtà egli è motivato dal senso di potere che trae dalla lotta e dal raggiungimento di un obiettivo sociale. Di conseguenza, l'uomo di sinistra non è mai soddisfatto degli obiettivi che ha già raggiunto; il suo bisogno per il processo di potere lo porta sempre a perseguire qualche nuovo obiettivo. L'uomo di sinistra vuole eguali opportunità per le minoranze. Quando queste vengono raggiunte egli insiste sull'eguaglianza statistica dell'impresa da parte delle minoranze. E fino a che un solo uomo ospita in qualche minoranza l'uomo di sinistra deve riedu- carlo. E le minoranze etniche non sono ancora abbastanza: nes- suno può permettersi di avere un atteggiamento negativo verso gli omosessuali, i disabili, i grassi, i vecchi, i brutti, e cosÍ via. Non è sufficiente che il pubblico sia informato sul rischio del fumo: un avviso deve essere stampato su ogni pacchetto di sigarete. CosÍ la pubblicità delle sigarette deve essere ristretta se non bandita. Gli attivisti non saranno soddisfatti fino a quando il tabacco sarà posto fuori legge, e dopo toccherà all'alcool e poi agli alimenti inutili, ecc. Gli attivisti hanno combattuto l'abuso volgare dei bambini, il che è ragionevole. Ma ora essi vogliono vietare anche la sculaciata. Ottenuta una cosa, ne vorranno bandire un'altra che considerano nociva, poi un'altra e quindi un'altra ancora. Non saranno mai soddisfatti fino a quando non avranno un controllo completo su tutte i metodi di educazione infantile. E poi si muoveranno verso un'altra causa.
22O. Supponiamo di chiedere a un uomo di sinistra di fare una lista di tutte le cose ritenute sbagliatenella socità e qundi sup- poniamo di apportare ogni cambiamento sociale che essi doman- dassero. È sicuro che entro due anni la maggioranza degli uomi- ni di sinistra troverebbe di nuovo qualcosa di cui lamentarsi, qualche nuovo "male" sociale da correggere peché, una volta ancora, l'uomo di sinistra è motivato meno dalla sofferenza ver- so qualche malesseredella società che dal bisogno di soddisfare la sua spinta verso il potere, imponendo le sue soluzioni alla società.
221. A causa delle restrizioni imposte dal loro alto livello di socia- lizzazione sui loro pensieri e sui comportamenti, molti uomini di sinistra del tipo sovrasocializzato non possono perseguire il pote- re come gli altri. Per loro la spinta verso il potere hasoltanto uno sbocco moralmente accettabile, e questo è la lotta per imporre la loro moralità a chiunque.
222. Gli uomini disinistra, specialmente quelli del tipo sovraso- cializzato, sono Veri Credenti, nel senso del libro di Eric Hoffer, Il Vero Credente. Ma non tutti i Veri Credenti hanno gli stessi tratti psicologici degli uomini di sinistra. Presumibilmente un vero cre- dente nazi, per esempio, è molto differente psicologicamente da un vero credente di sinistra. A causa della sua capacità per una fedeltà diretta solamente verso una causa il Vero Credente è un uti- le, forse necessario ingrediente di qualsiasi movimento rivoluzio- nario. Qui si persenta un problema di fronte al quale dobbiamo ammettere che non sappiamo come comportarci. Noi non siamo sicuri di come imbrigliare le energie dei Veri Credenti verso una rivoluzione contro la tecnologia. Al presente tutto quello che pos- siamo dire è che nessun Vero Credente sarà una recluta utile per la rivoluzione a meno che il suo coinvolgimento non sia esclusiva- mente diretto verso la distruzione della tecnologia. Se egli è legato anche a un altro ideale potrebbe usare la tecnologia come stru- mento per perseguirlo (vedi paragrafi 222, 223.)
223. Alcuni lettori possono dire: “Questo materiale sulla sini- stra è una schiocchezza.Io conosco John e Jane che sono di sini- stra e non hanno tutte queste tendenze totalitarie”. È del tutto vero che molti uomini di sinistra, probabilmente anche una maggioranza numerica, sono persone decenti che sinceramente credono nella tolleranza dei valori altrui (fino a un certo punto) e non vorrebbero usare metodi arroganti per raggiungere i loro obiettivi sociali. I nostri commenti sulla sinistra non si intendo- no applicati a ogni singola persona di sinistra ma vogliono descrivere il carattere generale della sinistra come movimento. E il carattere generale di un movimento non è necessariamente determanato dalle proporzioni numeriche dei vari tipi di perso- ne presenti in esso.
224. Caloro che raggiungono posizioni di potere nei mvimenti di sinistra generalmente sono quelli piÙ affamati di potere perché sono questi ultimi che si sottopongono anche a durissimi sfrorzi per arrivare a posizioni di potere. Una volta che persone di questo tipo hanno il controllo del movimento, vi sono molti uomini di sinistra meno estremisti che interiormente disapprovano molte delle azio- ni dei leader ma non vi si possono opporre. Essi hanno bisogno del- la loro fede nel movimento, e poiché non possono abbandonare questa fede continuano a sostenere i loro leader. È vero, alcuni uomini di sinistra hanno il fegato di opporsi alle tendenze totalita- rie che emergono, ma di solito perdono perché i tipi affamati di potere sono meglio organizzati, senza scrupoli e machiavellici, e sono stati cosÍ accorti da costruirsi una forte base di potere.
225. Questi fenomeni apparirono chiaramente in Russia e in altri paesi conquistati dalla sinistra. Allo stesso modo, prima del crol- lo del comunismo in URSS,gli aderenti alla sinistra in occiden- te raramente criticavano quei paesi. Se pungolati, ammettevano che nell'URSS molte cose andavano male ma poi cercavano di giustificare i comunisti cominciando a parlare delle colpe del- l'occidente. Si opponevano sempre alla resistenza militare del- l'occidente contro l'aggressione comunista. Gli uomini di sini- stra di tutto il mondo protestarono vigorosamente contro la guer- ra degli Stati Uniti in Vietnam, ma quando l'URSS invase l'Af- ghanistan nessuno si mosse. Non che approvassero le azioni dei sovietici; ma a cauda della loro fede di sinistra non potevano opporsi alcomunismo. Oggi, in quelle università dove la "cor- rettezza politica" è divenuta dominante vi sono probabilmente molti uomini di sinistra che in privato disapprovano la soppres- sione della libertà accademica ma ad ogni modo la perpetuano.
226. Pertanto, il fatto che molti di coloro che professano idee di sinistra siano individualmente moderati e sufficientemente tolle- ranti non frena la sinistra nel suo complesso dalle tendenze tota- litarie.
227. La nostra discussione sulla sinistra ha un grosso punto debo- le. Essa è ancora lontana dal chiarire cosa intendiamo con il ter- mine "sinistra", ma sembra che non possiamo aggiungere molto. Oggi la sinistra è frammentata in una miriade di movimenti. Tut- tavia non tutti i movimenti sono di sinistra e alcuni (per esem- pio l'ambientalismo radicale)sembrano includere personalità sia di sinistra che non. Persone di sinistra gradualmente perddono questa connotazione e noi stessi molte volte siamo imbarazzati nel decidere se un dato individuo è o no di sinistra. Tenuto con- to che una definizione di sinistra esiste, la nostra concezione del- la sinistra è definita dalla disamina effettuata in questo scritto e possiamo solo esortare il lettore a usare il suo proprio giudizio nel decidere chi è di sinistra.
228. Ma sarà di aiuto enumerare alcuni criteri per riconoscere la sinistra. Essi non possono essere applicati in maniera rozza e gros- solana. Alcuni individui possono avere delle caratteristiche senza essere di sinistra mentre alcune persone di sinistra posssono non riconoscersi in alcuna di queste caratteristiche. Di nuovo, dove- te solo usare il vostro giudizio.
229. La persona di sinistra è orientata verso un collettivismo di grandi dimensioni. Enfatizza il vovere dell'individuo di servire la società e il dovere della società diprendersi cura dell'individuo. Ha un atteggiamento negativo verso l'individualismo. Spesso ha un tono moralistco. Tende a sostenere il controllo delle armi, l'e- ducazione sessuale e altri metodi educativi psicologicamente "illuminati", la pianificazione, l'azione effermativa, il multicul- turalismo. Tende a identificarsi con le vittime. È contro la com- petizione e contro la violenza, ma spesso giustifica quelle perso- ne di sinistrache commettono violenza. Ricorre con entusiasmo a un linguaggio tipico della sinistra: "razzismo", "sessismo", "omofobia", "responsabilità sociale", "capitalismo", "imperiali- smo", "neocolonialismo", "genocidio", "cambiamento sociale", "giustizia sociale", "responsabilità sociale".Forse il miglior tratto distintivo dell'uomo di sinistra è la sua tendenza a sostenere i seguenti movimenti: femminismo, diritti dei gay, diritti etnici, dirittidei disabili, diritti degli animali, correttezza politica. Qua lunque persona che simpatizza fortemente con tutti questi movi- menti è quasi sicuramente un uomo di sinistra.
23O. I piÙ pericolosi uomini di sinistra, cioè coloro che sono piÙ affamati di potere, sono spesso caratterizati dall'arroganzao da un approccio dogmatico all'ideologia. Comunque i piÙ pericolo- si uomini di sinistra sono i tipi sovrasocializzati che evitano irri- tanti esibizioni di aggressività e si trattenngono dal pubblicizzare il loro essere di sinistra ma lavorano quietamente e con discre- zione per promuovere valori collettivi, tecniche psicologiche "illuminate" per socializzare i bambini, dipendenza dell'indivi- duo dal sistema e cosÍ via. Queste persone "cripto di sinistra" (come possiamo chiamarle) si avvicinano a determinati tipi bor- ghesi nel momento in cui è necessaria l'azione pratica, ma diffe- riscono da loro in psicologia, ideologia e motivazione. Il borghe- se comune cerca di portare le persone sotto il controllo del siste- ma in modo da proteggere il suo modo di vita, o si comporta in questo modo semplicemente perché le sue attitudini sono conve- nzionali. Il "cripto di sinistra" cerca di portare la gente sotto il controllo del sistema perché egli è un Vero Credente in una ideolo- gia collettivista. Il "cripto di sinistra" differisce dalle comuni persone di sinistra del tipo sovrasocializzato per il fatto che il suo impulso ribelle è piÙ debole ed egli è sicuramente piÙ socializza to. Egli si differenzia dal comune borghese ben socializzato per il fatto che vi è in lui una qualche profonda mancanza che fa sÍ che ritenga necessario dedicarsi a una causa e immergersi nela col- lettività. E forse la sua spinta (ben sublimata)per il potere è piÙ forte di quello del comune borghese.
Nota finale
231. Lungo tutto questo scritto abbiamo fatto delle affermazio- ni imprecise e affermazioni che avrebbero avuto bisogno di tut- ta una serie di puntualizzazioni nonché di riserve; e alcune delle nostre affermazioni possono essere del tutto false. La mancanza di sufficiente informazione e il bisogno di brevità hanno reso impossibile formulare le nostre teorie in termini più precisi o aggiungere tutte le necessarie precisazioni. E, naturalmente, in una esposizione di questo tipo si deve necessariamente confidare nel giudizio intuitivo, e questo può a volte essere sbaglito. Quindi non predendiamo che questo testo esprimaa niente più che una generica approssimazione della verità.
232. Allo stesso modo siamo ragionevolmente fiduciosi che le linee generali del quadro che abbiamo qui raffigurato siano gros- so modo corrette. Abbiamo ritratto la sinistra nella sua forma moderna come un fenomeno peculiare delnostro tempo e come un sintomo della disgregazione del processo del potere. Ma su questo possiamo forse esserci sbagliati. I tipi sovrasocializzati che cercano di soddisfare la loro spinta per il potere imponendo la loro moralità su ognuno sono certamente presenti intorno a noi da lungo tempo. Pensiamo che il ruolo decisivo giocato dai com- plessi di inferiorità, dalla bassa autostima, dal senso di impoten- za, dall'identificazione con le vittime da parte di persone che non sono vittime sia una peculiarità della sinistra moderna. L'identi- ficazione con le vittime da parte di potere che non lo sono si può ritrovare in una certa proporzione nella sinistra del XIX seco- lo e nelprimo Cristianesimo ma, per quanto ne sappiamo, i sin- tomi di bassa autostima ecc. non erano cosÍ chiaramente eviden- ti, in questi o in qualunque altro movimento, come appaiono ora nella sinistra moderna. Ma non siamo nella posizione di poter affermare che tali movimenti non siano esistiti precedentemente alla sinistra moderna. Questo è un problema significativo al qua- le gli storici devono dedicare la loro attenzione.

LA SOCIETÀ INDUSTRIALE E IL SUO FUTURO (parte 5)

La sofferenza umana
167. Il sistema industriale non crollerà semplicemente sotto l'a- zione di una azione rivoluzionaria. Sarà vulnerabile a un attacco rivoluzionario solo se i suoi problemi interni di sviluppo gli cree- rannoserie dificoltà. CosÍ se il sistema crollerà lo farà o sponta- neamente o attraverso un processo in parte spontaneo ma aiuta- to parallelamente dai rivoluzionari. Se il collasso è improvviso molte persone moriranno, visto che la popolazione del mondo è divenuta cosÍ numerosa che non potrebbe nemmeno nutrirsi sen- za una tecnologia avanzata. Persino se il crollo fosse abbastanza graduale, cosÍ che la riduzione della popolazione potesse avveni- re attraverso l'abbassamento degli indici di natalità anziché l'au- mento dell'indice di mortalità, il processo ddi de-industrializza- ziona probabilmente sarebbe molto carico e comporterebbe di conseguenza molta sofferenza. È semplicistico ritenere probabi- le che la tecnologia possa essere interrotta in maniera puntuale e ordinata, poiché specialmente i tecnofili combatteranno tenace- mente in ogni momento. È quindi crudele lavorare per il collas- so del sistema? Forse, ma forse no. In primo luogo, i rivoluzio- nari non saranno capaci di far crollare il sistema a mano che esso non si dibatta in problemi profondi cosÍ da rendere probabile il suo finale autocollasso; e piÙ il sistema cresce, piÙ disastrose saranno le conseguenze del suo crollo; cosÍ può accadere che i rivoluzionari, affrettando l'inizio del crollo, riducano l'estensio- ne del disastro.
168. In secondo lugo, bisogna porre a confronto la lotta e la morte contro la perdita di libertà e dignità. Per molti di noi, la libertà e la dignità sono piÙ importanti che vivere a lungo o evi- tare il dolore fisico. Inoltre dobbiamo tutti morire alla fine, e sarebbe meglio morire combattendo per la sopravvivenza, o per una causa, che vivere una vita lunga ma vuota e senza scopo.
169.In terzo luogo, non è del tutto certo che la sopravvivenza del sistema provochi una sofferenza minoredi quella causata dal crollo dello stesso. Il sistema ha già provocato, e continua a pro- vocare, una sofferenzaimmensa in tutto il mondo. Culture anti- che che per centinaia di anni diedero alla gente una rete di rela- zioni umane e ambientali soddisfacente sono state distrutte dal contatto con la società industriale e il risultato èstato un intero catalogo di problemi economici, ambientali, sociali e psicologi- ci. Uno degli effetti dell'intromissione della società industriale è stato che in quasi tutto il mondo i controlli tradizionali sulla popolazione hanno perso il loro equilibrio. Quindi l'esplosione della popolazione, con tutto quello che implica. Inoltre vi è la sofferenza psicologica, diffusa in tutti i "fortunati" paesi dell'Oc- cidente (vedi paragrafi 44, 45). Nessune sa cosa accadrà in segui- to all'esaurimento costante dell'ozono, all'effetto serra e agli altri problemi ambienteli che per ora non possiamo ancora prevede- re. E, come la proliferazione nucleare ha mostrato, la nuova tec- nologia non può essere tenuta lontana dalle mani di dittatori e di irresponsabili nazioni del Terzo mondo. Vi piacerebbe immagi- nare cosa farebbero l'Irap o la Coorea del nord con l'ingegneria genetica.
170. “Oh!” dicono i tecnofili, “la scienza risolverà tutto! Vince- remo la carestia, elimineremo la sofferenza psicologica, rendere- mo tutti sani e felici”. SÍ, certo. Questo è quello che dicevano 2OO anni fa. Si pensava che la rivoluzione industriale avrebbe elimi- nato la povertà, reso tutti felici ecc. Il risultato reale è stato com- pletamente diverso. I tecnofili sono dei semplicisti senza speran- za (o autollusi) nella loro comprensione dei problemi sociali. Non si rendono conto (o scelgono di ignorare) che quando in una società vengono introdotti dei grandi cambiamenti, anche quando questi sembrano portare dei vantaggi, provocano una lunga serie di altri cambiamenti la maggior parte dei quali sono impossibili da prevedere (paragrafo 1O3). Il risultato è la digre- gazione della società. CosÍ è molto probabile che, nel loro tenta- tivo di porre fine alla povertà e alle malattie e di costruire docili e felici personalità, i tecnofili creeranno sistemi sociali terribil- mente agitati, persino piÙ di quelli odierni. Per esempio, gli scien- ziati si vantano di poter porre fine alla carestia creando nuove piante alimentari costruite geneticamente. Ma questo permetterà alla popolazione umana di espandersi indefinitivamente e sap- piamo bene che l'affollamento porterà a un aumento della ten- sione e dell'aggressività. Questo è semplicemente uno dei pro- blemi che si possono presagire. Noi sottolineiamo che, come pas- sare esperienze hanno mostrato, il progresso tecnico innescherà nuovi problemi e con una tale rapidità che i vecchi rimarranno irrisolti. CosÍ i tecnofili dovranno passare attraverso un lungo e difficile periodo per risolvere i difetti del loro Nuovo Mondo Coraggioso (se ci riusciranno). Nel frattempo la sofferenza sarà grande. Perciò non è chiaro se la sopravvivenza della società indu- striale significhi meno sofferenza che non il crollo della stessa. La tecnologia ha posto la razza umana in un pasticcio tale da rende- re improbabile l'esistenza di una facile via d'uscita.
Il futuro
171. Ma supponiamo ora che la società industriale sopravviva per i prossimi decenni; che i problemi alla fine siano stati risolti dal sistema e che esso funzioni perfettamente. Che tipo di siste- ma sarà? Consideriamo le differenti possibilità.
172. Per prima cosa lasciateci ipotizzare il successo degli scien- ziati del computer nello sviluppare macchine intelligenti in gra- do di fare tutto meglio degli esseri umani. In questo caso, pro- babilmente, il lavoro sarà compiuto da estesi e ben organizzati sistemi di macchine e non sarà piÙ necessario alcuno sforzo da parte dell'uomo. Due sarebbero le possibilità: permettere alle macchine di procedere automamennte senza sorveglianza uma- na, conservare il controllo umano sulle macchine.
173. Nel primo caso, non possiamo fare alcuna congettura sui risultati, perché è impossibile indovinare come tali macchine si possanocomportare. Noi sottolineamo soltantom che il destino della razza umana potrebbe essere alla mercé delle macchine. Si potrebbe sostenere che la razza umana non dovrebbe essere tan- to stupida da consegnare tutto il potere alle macchine. Ma noi pensiamo che la razza umana non dovrebbe trasferire il potere alle macchine né che le macchine dovrebbero ostinatamente impadronirsi del potere. Quello che noi sostenimo è che la raz- za umana potrebbe facilmente tollerare di scivolare in una posi- zione di tale dipendenza dalle macchine da non dover esercitare alcuna scelta pratica, accettando tutte le decisioni della macchi- na. Nel momento in cui la società e i problemi da affrontare diventassero sempre piÙ complessi, e le macchine sempre piÙ intelligenti, la gente permetterà sempre piÙ a queste ultime di prendere decisioni al suo posto semplicemente perché le decisio- ni prese dalle macchine porterebbero a migliori risultati rispetto a quelle prese dagli uomini. Alla fine potrebbe essere ragguinta una frase in cui le decisioni necessarie per far sÍ che il sistema con- tinui saranno cosÍ complesse che gli esseri umani saranno inca- paci di prederle intelligentemente. In questa fase le macchine avranno il controllo effettivo. La gente non sarà capace nemme- no di spegnere le macchine perché saranno cosÍ dipendenti da esse che spegnerle equivarrebbe al suicidio.
174. Dall'altro lato, è possibile che il controllo umano sulle mac- chine possa essere conservato. In questo caso l'uomo comune può avere un controllo su alcune macchine private di sua proprietà, come l'automobile e il personal computer, ma il controllo su siste- ma piÙ grandi sarà nelle mani di una élite molto ristretta, cosÍ come è oggi, ma con due differenze. A causa del miglioramento delle tecniche l'élite avrà un maggiore controllo sulle masse; e poi- ché il lavoro umano non sarà piÙ necessario le masse saranno superflue, un peso inutile nel sistema. Se i membri di questa éli- te sono spietati, possono semplicemente decidere di sterminare la massa dell'umanità. Se invece sono umani possono usare la propaganda o altre tecniche psicologiche o biologiche per ridur- re l'indice di natalità fino a che la massa dell'umanità si estingua lasciando il mondo a loro. Oppure, se l'élite consiste di liberali dal cuore tenero, questi possono decidere di giocare il ruolo di buoni pastori per il resto della razza umana. Faranno in modo che i bisogni fisici di tutti siano soddifatti, che tutti i bambini vengano cresciuti in condizioni psicologicamente sane, che ognu- no abbia un hobby salutare per tenersi occupato, e che gli insod- disfatti possano intraprendere un "trattamento" per curare il loro "problema". Naturalmente, la vita non avrà piÙ alcuno scopo e la gente dovrà essere costruita biologicamente o psicologicamente, sia per rmuovere il loro bisogno per il processo di potere e sia per "sublimare" la loro spinta per il potere verso quache hobby non dannoso. Questi esseri umani costruiti possono essere felici in una tale società, ma senza dubbio non saranno liberi. Saranno ridotti allo stato di animali domestici.
175. Supponiamo ora l'insuccesso da parte degli scienziati del computer nello sviluppo di un'intelligenza artificiale cosÍ da ren- dere necessario il loro umano. Persino in questo caso le mac- chine, in misura sempre maggiore, svolgeranno i compiti piÙ semplici cosÍ che sempre piÙ numerosi saranno i lavoratori uma- ni impiegati ai piÙ bassi livelli. (Questo sta accadendo. Vi sono molte persone per cui è impossibile o difficile trovare lavoro, per- ché, per ragioni intellettuali o psicologiche, non possono acqui- sire il livello di formazione adatto per rendersi utili nel presente sistema.) Pressioni sempre piÙ forti saranno esercitate sui lavora- tori. Avranno bisogno di maggior addestramento, maggiore abi- lità, e dovranno essere piÙ sicuri, conformi e docili perché saran- no sempre piÙ come cellule di un organismo di un gigante. I loro compiti saranno sempre piÙ specializzati cosÍ che il loro lavoro sarà, in un certo senso contatto con il mondo reale, essen- do concentrato solo su una fetta minuscola della realtà. Il siste- ma dovrà usare qualsiasi mezzo, sia psicologico che biologico, per rendere l'individuo docile, dotato delle capacità che il sistema richiede e per "sublimare" la sua spinta per il potere in qualche compito specializzato. Ma affermare che la gente di una tale società dovrà essere docile può richiedere una precisazione. La società può trovare utile la competitività, e fare in modo di diri- gerla in canali utili al sistema. Possiamo immaginare una società futura nella quale vi sia una competizione senza fine per posizio- ni di prestigio e di potere. Ma solo poche persone raggiungeran- no il vertice, dove risiede il solo vero potere (vedi la fine del para- grafo 162). Molto ripugnante è una società nella quale una per- sona possa soddisfare i suoi bisogni di potere semplicemente allontanando un ampio numero di altre persone dalla via e pri- vandole della loro opportunità per il potere.
176. Allo stesso tempo si possono prefigurare scenari che incor- porino aspetti di ulteriori possibilità. Per esempio, può accadere che le macchine assumano la maggior parte del lavoro di reale importanza pratica, tenendo occupati gli esseri umani con un lavorore lativamente poco importante. Si sostiene che, per esem- pio, un grande sviluppo del servizio delle industrie potrebbe for- nire lavoro agli esseri umani. CosÍ le persone dovrebbero spen- dere il tempo pulendosi le scarpe a vicenda, trasportandosi uno con l'altro in taxi, fabbricando prodotti uno per l'altro, ecc. Que- sto ci sembra un modo assolutamente disprezzabile per la fine della umanutà e dubitiamo che molti troverebbero le loro vite sod- disfacenti in tali occupazioni senza senso. Cercherebbero piutto- sto altri sfoghi pericolosi (le droghe, i crimini, i culti, i gruppi di odio), a meno che non siano costruiti biologicamente o psicolo- gicamente per adattarsi a tale modo di vita.
177. Inutile dirlo, gli scenari descritti non esauriscono tutte le possibilità. Essi trattegiano solo gli esiti che ci sembrano piÙ pro- babili. Ma noi non possiamo prefigurare alcuno scenario possi- bile che sia piÙ gradevole di quelli che abbiamo descritto. È assai probabile che se il sistema industrialetecnologico sopravviverà per i prossimi 4O-1OO anni avrà sviluppato a quel punto alcune caratteristiche generali: gli individui (almeno i "borghesi" inte- grati nel sistema, che lo fanno procedere e quindi hanno tutto il potere) saranno sempre piÙ dipendenti dalle grandi organizza- zioni; saranno sempre piÙ "socializzati" e le loro qualità fisiche e mentali saranno in misura significativa (probabilmente in gran- de proporzione) quelle che gli saranno precostituite piuttosto che il risultato del caso (o della volontà di Dio, o qualunque altra cosa); e qualunque cosa possa essere rimasto di quello che è la natura selvaggia, sarà ridotto a resti preservati per studi scientifi- ti (quindi non sarà piÙ veramente selvaggia). Nel lungo periodo (diciamo da qui a qualche secolo) è probabile che né la razza uma- na né qualsiasi altro importante organismo esisterà come noi lo conosciamo oggi, perché una volta iniziato a modificare gli orga- nismi attraverso la ingegneria genetica non vi sarà alcuna ragio- ne di fermarsi a un qualsiasi punto particolare, cosÍ che le modi- ficazioni continueranno probabilmente fino a che l'uomo e altri organismi siano completamente trasformati.
178. Qualunque possa essere lo sviluppo, è certo che la tecnolo- gia sta creando per gli esseri umani un nuovo ambiente fisico e sociale, radicalmente differente dalla serie di ambienti al quale la selezione natura ha adattato la razza umana fisicamente e psi- cologicamente. Se l'uomo non si adatta a questo nuovo ambien- te artificialmente ri-costruito allorasi adatterà attraverso un lun- go e doloroso processo di selezione naturale. Il primo caso è mol- to piÙ probabile del secondo.
179. Sarebbe meglio rovesciare l'interro, disgustoso sistema e accettarne le conseguenze.
Strategia
18O. I tecnofili ci stanno trascinando tutti in una imprudente corsa verso l'ignoto. Molti comprendono qualcosa di qquello che il progresso tecnologico ci sta facendo però assumono un atteg- giamento passivo perché pensano che sia inevitabile. Ma noi non pensiamo che sia inevitabile. Pensiamo che possa essere fermato e daremo qui alcune indicazioni su come fare.
181. Come abbiamo affermato nel paragrafo 165, i due princi- pali compiti per il presente sono promuovere tensione sociale e l'instabilità nella società industriale e sviluppare e propagare un'ideologia che si opponga alla tecnologia e al sistema indu- striale. Quando il sistema viene sottoposto a un sufficientegra- do di pressione e diventa instabile può essere possibile una rivo- luzione contro la tecnologia. Il modello dovrebbe essere simile a quello della rivoluzione francese o russa. La società francese e quella russa, molti decenni prima delle loro rispettive rivoluzio- ni mostrarono crescenti segni di instabilità e debolezza. Nel frat- tempo si sviluppavano ideologie che offrivano una nuova visio- ne del mondo, del tutto diversa da quella antica. Nel caso russo, i rivoluzionari lavoravano attivamente per minare il vecchio ordi- ne. Allora, quando il vecchio sistema fu sottoposto a una ade- guata, ulteriore difficoltà (una crisi finanziaria in francia, la scon- fitta militare in Russia) fu spazzato via dalla rivoluzione. Quello che noi proponiamo è qualcosa che segua lo stesso percorso.
182. Si obietterà che la rivoluzione francese e quella russa furo- no dei fallimenti. Ma la maggior parte delle rivoluzioni hanno due obiettivi. Uno è quello di distruggere una vecchia forma di società e l'altro di costruirne una nuova ideata dai rivoluzionari. I rivoluzionari francesi e russi fallirono (fortunatamente!) nel creare il tipo di società che sognavano, ma riuscirono in ogni caso a distruggere la forma esistente di società.
183. Ma un'ideologia, per guadagnare un sostegno entusiastico, deve avere degli ideali tanto positivi quanto negativi: deve essere per qualcosa cosÍ come contro qualcosa. L'ideale positivo che noi proponiamo è la Natura. Cioè, la natura selvaggia, quegli aspetti del funzionamento delle terra e dei suoi esseri viventi che sono indipendenti dalla gestione umana e liberi dall'interferenza e dal controllo umani. E nella natura selvaggia noi includiamo anche la natura umana, in particolare quegli aspetti del funzionamen- to dell'individuo non soggetti alla regolazione da parte di società organizate ma prodotti del caso, della liberta volontà, di Dio (a seconda delle proprie opinioni religiose o filosofiche).
184. La natura è un ideale perfetto opposto alla tecnologia per diverse ragioni. La natura (quella che è al di fuori del potere del sistema) è opposta alla tecnologia (che cerca di espandere indefi- nitamente il potere del sistema). La maggior parte delle persone concorderanno che la natura è bella; e questa bellezza ha un for- te richiamo popolare. Gli ambientalisti radicali hanno già un'i- deologia che esalta la natura e si oppone alla tecnologia. Non è necessario per il bene della natura costruire qualche chimerica utopia o qualsiasi nuovo tipo di ordine sociale. La natura si pren- de cura di sé: essa fu una creazione spontanea esistente molto pri- ma di qualunque società umana e innumerevoli differenti tipi di società umane coesistettero con la natura senza recarle un ecces- sivo danno. Solo con la riviluzione industriale l'effetto della società umana sulla natura divenne veramente devastante. Per alleviare la pressione sulla natua non è necessario creare un tipo particolare di sistema sociale; occorre solo liberarsi della società industriale. Ma anche quando questo principio fosse accettato esso non risolverebbe tutti i problemi. La società industriale ha recato inoltre un tremendo danno alla natura e passerà moltoo tempo prima di poterne curare le ferite. Persino le società prein- dustriali possono arrecare danni significativi alla natura. Nondi- meno, liberarsi della società industriale realizzerà un grande pro- getto. Alleggerirà, nei suoi aspetti piÙ devastanti, la pressione sul- la natura cosÍ da poter rimarginare le sue ferite. Toglierà alle società organizzate la capacità di aumentare il loro controllo sul- la natura (inclusa quella umana). Qualunque tipo di società pos- saesistere dopo il decesso del sistema industriale è certo che la maggior parte delle persone vivrà vicino alla natura, perché in assenza di tecnologia avanzata non vi è altro modo in cui la gen- te possa vivere. Per alimentarsi dovranno tornare a essere conta- dini, pastori, pescatori, cacciatori, ecc. E, in generale, l'autono- mia locale dovrà tornare a svolgere un ruolo significativo perché la mancanza di una tecnologia avanzata e di comunicazioni rapi- de limiteranno la capacità dei governi o delle altre grandi orga- nizzazioni di controllare le comunità locali.
185. Relativamente alle conseguenze negative che potrebbero scaturire dall'eliminazione della società industriale beh, non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca. Per ottenereuna cosa si deve sacrificarne un'altra.
186. La maggior parte delle persone odiano i conflitti psicologi- ci. Per questa ragione evitano qualunque approfondimento sui difficili temi sociali e preferiscono che gli si presentino in termi- ni semplici, tipo bianco e nero. Questo è tutto positivo e questo è tutto negativo. L'ideologia rivoluzionaria dovrebbe quindi essere sviluppata su due livelli.
187. A un livello piÙ sofisticato, l'ideologia dovrebbe indirizzarsi alle persone intelligenti, ragionevoli e razionali. L'obiettivo dovrebbe essere quello di creare un nucleo che si opponga al siste- ma industriale su una base razionale, ponderata, con piena consa- pevolezza dei problemi e delle ambiguità presenti e del prezzo che deve essere pagato per liberarsi del sistema. È particolarmente importante attrarre gente di questo tipo, persone capaci e in grado di influenzarne altre. Questi individui dovrebbero essere indiriz- zati verso un livello il piÙ razionale possibile. I fatti non dovrebbe- ro mai essere intenzionalmente distorti e il linguaggio essere sem- pre molto controllato. Questo non significa che nessun richiamo possa essere fatto alle emozioni ma, nel fare tali richiami, si deve evitare di travisare la verità o di fare qualunque altra cosa che pos- sa distruggere la rispettabilità intellettuale dell'ideollogia.
188. A un secondo livello, l'ideologia dovrebbe essere propagata in una forma semplificata che permettesse alla maggioranza immatura di cogliere il conflitto tra tecnologia e natura con chia- rezza e senza ambiguità. Ma anche a questo secondo livello l'ideo- logia non dovrebbe essere espressa in un linguaggio approssimati- vo, violento o irrazionale, che aliena il tipo di persone ragionevoli e razionali. Una propaganda meschina e smodata alcune volte rag- guinge dei risultati di grande effetto a breve termine, però potrà essere piÙ vantaggioso nel lungo periodo mantenere la lealtà di un piccolo numero di persone impegnate con intelligenza piuttosto che suscitare passioni in una folla capricciosa e irriflessiva che cam- bierà il suo atteggiamento nel momento in cui qualcun altro arri- verà esibendo un trucco propagandistico piÙ efficace. Comunque, la propaganda che agita le masse popolari può essere necessaria quando il sistema è vicino al punto di collasso e vi sia una lotta fina le tra ideologie rivali per determinare quella che diverrà dominan- te quando la visione del vecchio mondo scomparirà.
189. Prima della lotta finale i rivoluzionari non dovrebbero aspet- tarsi di avere la maggioranza dalla loro parte. La storia è fatta da minoranze attive e determinate, non dalla maggioranza, che rara- mante ha una idea chiara e precisa di quello che realmente vuole. Nel tempo necessario per arrivare allo sforzo finale verso la rivolu- zione il compito dei rivoluzionari sarà quello di costituire un pic- colo nucleo di persone profondamente coinvolte piuttosto che cercare di guadagnarsi il favore della massa. Per quanto riguarda la maggioranza, sarà sufficiente renderla consapevole dell'esistenza della nuova ideologia e ricordargliela con frequenza: sebbene, naturalmente, sia desiderabile avere il sostegno dalla maggioranza fino al punto in cui questo possa essere ottenuto senza indebolire il nucleo delle persone seriamente coinvolte.
19O. Qualunque tipo di conflitto sociale contribuisce a destabi- lizzare il sistema ma bisogna fare attenione al tipo di conflitto che si incoraggia. La linea del conflitto dovrebbe essere tracciata tra la massa delle persone e l'élite detentrice del potere nella società industriale (politici, scienzianti, dirigenti di affari di livel- lo superiore, funzionari del governo, ecc.). Non dovrebbe essere tracciata tra i rivoluzionari e la massa delle persone. Per esempio, sarebbe una cattiva strategia per i rivoluzionari condannare gli americani per le loro abitudini consumistiche. L'americano medio dovrebbe essere invece ritratto come una vittima della industria del marketing e della pubblicità, che loha truffato facendogli comprare un muccio di rifiuti di cui non ha bisogno e che questo è un piccolo risarcimento rispetto alla sua perdita di libertà. Ogni opproccio deve essere supportato dai fatti. È solo una questione di atteggiamento: biasimare l'industria pubblici- taria per la sua manipolazione del pubblico o biasimare il pub- blico per essersi lasciato manipolare. Per una questione di strate- gia si dovrebbe evitare di biasimare il pubblico.
191. Prima di incoraggare qualunque altro conflitto sociale ci si dovrebbe dedicare sollevare conflitti tra l'élite detentrice del potere (che possiede la tecnologia) e il pubblico generale (sul quale la tecnologia esercita il suo potere). Bisogna infatti consi- derare per prima cosa che troppi scontri tendono a distrarre l'at- tenzione dai conflitti importanti (tra l'élite del potere e la gente comune, tra la tecnologia e la natura); dall'altra parte nuovi con- trasti possono realmente incoraggiare la tecnologizzazione, per- ché ogni parte, in tale guerra, potrebbe voler usare il potere te- cnologico per guadagnare vantaggi sul suo avversario. Questo si vede chiaramente nelle rivalità tra nazioni e nelle lotte etniche all'interno di nazioni. Per esempio, in America molti leader neri sono ansiosi di ottenere potere per gli afro-americani facendo arri- vare individui neri nella élite del potere tecnologico. Vogliano che ci siano molti funzionari di governo neri, scienziati, dirigenti di grandi aziende e cosÍ via. In questo modo aiutano all'assorbi- mento della subcultura afro-americana da parte del sistema tec- nologico. In generale si dovrebbero incoraggiare solo quei con- flitti sociali che possono essere inseriti nella struttura della lotta tra l'élite di potere e la gente comune, la tecnologia e la natura.
192. Una difesa militante dei diritti delle minoranze non è la maniera per scoraggiare un conflitto etnico (vedi paragrafo 22, 29). Invece i rivoluzionari dovrebbero insistere sul fatto che, anche se le minoraze soffrono uno svantaggio piÙ o meno dan- noso, questo svantaggio è di significato marginale. Il nostro nemi- co vero è il sistema industriale-tecnologico e nella lotta contro il sistema le distinzioni etniche non hanno importanza.
193. Il tipo di rivoluzione che abbiamo in mente non implica necessariamente una ribellione armata contro il governo. Può o no implicare violenza fisica, ma non sarà mai una rivoluzione politica. Il suo epicentro sarà la tecnologia e le economie, non le politiche.
194. Probabilmente i rivoluzionari dovrebbero evitare persino di assumere il potere politico, sia con mezzi legali o illegali, fintan- to che il sistema industriale non sia talmente sotto pressione da giungere a un punto di un ritorno, dimostrando cosÍ di essere un fallimento agli occhi della maggioranza della gente. Suppo- niamo, per esempio, che un qualche partito "verde" ottenesse con una elezione il controllo del Congresso degli Stati Uniti. Per evi- tare di tradire o di annacquare la sua ideologia dovrebbe prende- re rigide misure per mutare la crescita economica in una contra- zione economica. All'uomo comune i risultati apparirebbero disastrosi: massicciadisoccupazione, penuria di comodità, ecc. Persino se fossero evitati gli effetti negativi piÙ evidenti, attra- verso una abile direzione sovra-umana la gente dovrebbe abban- donare i lussi da cui dipendeva. Crescerebbe l'insoddisfazione, il partito "verde" subirebbe un crollo di voti e i rivoluzionari subi- rebbero un duro rovescio. Per questa ragione i rivoluzionari non dovrebbero cercare di acquisire il potere politico fintanto che il sistema non sia arrivato a creare un tale disordine che qualunque privazione sarebbe vista come risultato dei fallimenti del sistema industriale stesso e non delle politiche dei rivoluzionari. La rivolu- zione contro la tecnologia con tutta probabilità sarà la rivoluzio- ne dal basso e non dall'alto.
195. La rivoluzione deve essere internazionale e planetaria. Non può essere condatta su base nazionale. Ogni qualvolta si sostie- ne che gli Stati Uniti, per esempio, dovrebbero rallentare il pro- gresso tecnologico o la crescita economica la gente diventa iste- rica e incomincia a urlare che se noi abbassassimo il livello tec- nologico i giapponesi ci supererebbero. Sacri Robor! Il mondo esce dalla sua orbita se il giapponese vende piÙ macchine di noi! (Il nazionalismo è il grande fautore della tecnologia.) PiÙ ragio- nevolmente si sostiene che se le nazioni relativamente democra- tiche abbassassero il proprio livello tecnologico mentre le disgru- stose nazioni dittatoriali, come la Cina, il Vietnam e la Corea del nord, contnuano a progredire, alla fine i dittatori protrebbero arrivare a dominare il mondo. Queesta è la ragione per la quale il sistema industriale dovrebbe essere attaccato in tutte le nazioni simultaneamente, per quanto possibile. È vero, non vi è certezza che il sistema industriale possa essere distrutto quasi nello stesso momento in tutto il mondo, ed è persino possibile che il tenta- tivo di rovesciare il sistema possa portare invece al dominio del sistema da parte dei dittatori. Questo è un rischio che deve esse- re preso in considerazione. E vale la pena considerarlo, visto che la differenza tra un sistema industriale "democratico" e uno con- trollato da dittatori è piccola, paragonata alla differenza tra un sistema industriale e uno non industriale. Si potrebbe persino s ostenere che un sistema industriale controllato da dittatori sareb- be preferibile, perché i sistemi controllati da dittatori normal- mente si sono dimostrati inefficienti, quindi è più probabile che crollerebbero spontaneamente. Vedi Cuba.
196. I rivoluzionari dovrebbero favorire misure tendono a legare l'economia del modo in un meccanismo unico. Trattati di libero commercio come Nafta e il Gatt sono probabilmente dannosi per l'ambiente nel breve periodo, ma nel lungo periodo possono forse essere vantaggiosi perché incoraggano l'interdi- pendenza economica tra le nazioni. Sarà piÙ facile distruggere il sistema industriale su base planetaria se l'economia del mondo è cosÍ unita che il collasso in una delle sue maggiori nazioni pro- voca il crollo delle altre nazioni industrializzate.
197. Alcune persone ritengono che l'uomo moderno abbia trop- po potere, troppo controllo sulla natura; sostengono un atteg- giamento piÙ passivo da parte della razza umana. Il minimo che si possa dire è che queste persone non si esprimono chiaramen- te, perché non riescono a distinguere tra potere di grandi orga- nizzazioni e potere di individui e piccoli gruppi. È un errore soste- nere l'impotenza e la passività perché la gente ha bisogno del pote- re. L'uomo moderno come una entità collettivi - cioè il sistema industriale - ha un immenso potere sulla natura e noi conside- riamo ciò negativo. Ma gli individui e i piccoli gruppi di indivi- dui hanno molto meno potere degli uomini primitivi. In gene- rale, l'ampio potere dell'"uomo moderno" sulla natura è eserci- tato non dagli individui o piccoli gruppi ma da grandi organiz- zazioni. Fino al punto che l'individuo moderno può dominare il potere della tecnologia ma ciò gli viene permesso solo entro stret- ti limiti e solo la supervisione e il controllo del sistema (hai bisogno di una patente per qualunque cosa e con la patente arri- vano le regole e i regolamenti). L'individuo riceve solo quei pote- ri tecnologici che il sistema sceglie di concedergli. Il suo potere personale sulla natura è minimo.
198. Gli individi primitivi e i piccoli gruppi in realtà avevano un considerevole potere sulla natura, o forse sarebbe meglio dire potere dentro la natura. Quando l'uomo primitivo aveva bisogno di cibo sapeva come trovarlo e si nutriva di radici commestibili, sepeva come seguire le tracce e come preparare armi rudimenta- li. Conosceva il modo di proteggersi dal caldo, dal freddo, dalla pioggia, dagli animali e dai pericoli ecc. Ma l'uomo primitivo danneggiava la natura relativamente poco perché il otere collet- tivo della società primitiva era insignificante in confronto al pote- re collettivo della società industriale.
199. Invece di sostenere l'impotenza e la passività si dovrebbe sostenere che il potere del sistema industriale dovrebbe essere abbattuto, e che ciò aumenterebbe grandemente il potere e la libertà degli individui e dei piccoli gruppi.
2OO. Fino a che il sistema industeriale non sarà distrutto comple- tamente la distruzione di quel sistema deve essere l'inico obietti- vo dei rivoluzionari. Altri obiettivi distrarrebbeo l'attenzione e l'enegia dall'obiettivo principale. Cosa ancora piÙ importante, se i rivoluzionari acconsentono a spostare la loro attenzione ver- so un obiettivo diverso dalla distruzione della tecnologia, saran- no tentati di usare la tecnologia come uno strumento per rag- giungere l'altro obiettivpo. Se essi accettano questa tentazione rica- dono giusto nella trppola tecnologia, perché la tecnologia moderna è un sistema unico, ermeticamente organizzato, cosÍ che per conservare qualche tecnologia ci si trova obbligati a conser- vare la maggior parte della tecnologia, quindi si finisce col sacri- ficare solo quantità simboliche di tecnologia.
2O1. Supponiamo per esempio che i rivoluzionari prendano come obiettivo la "giustizia sociale". Essendo la natura dell'esse- re umano quella che è, lagiustizia sociale non si instaurerebbe spontaneamente; dovrebbero essere sostenuta. Per sostenerla i rivo- luzionari dovrebbero conservare l'organizzazione centrale e il controllo. Per questo avrebbero bisogno di trasporti rapidi a lun- ga distanza e di comunicazioni, e quindi di tutta la tecnologia richiesta per mantenere i sistemi di comunicazione e di traspor- to. Per nutrire e vestire la povera gente dovrebbero usare la tec- nologia agricola e manufatturiera. E così via. CosÍ il tentativo di assicurare la giustizia sociale li fozerebbe a conservare la maggior parte del sistema tecnologico. Non che abbiamo qualcosa contro la giustizia sociale, ma non si può permettere che interferisca con il tentativo di liberarsi dal sistema tecnologico.
2O2. Sarebbe ingenuo per i rivoluzionari attaccare il sistema sen- za usare qualche tecnologia moderna. Se non altro perché occor- rono i mezzi di comunicazione per diffondere il messaggio. Ma dovrebbero usare la tecnogia moderna solo per uno scopo: attaccare il sistema tecnologico.
2O3. Immaginiamo un alcolizzato seduto di fronte a una botte di vino. Immaginiamo che egli comici col dire a sé stesso: “Il vino non ti fa danno se usato con moderazione. Perché, dicono, le piccole dosi di vino ti fanno persino bene! Non mi farà alcun male sorseggiarne un pò”. Sappiamo bene come va a finire. Non dimenticare che la razza umana rispetto alla tecnologia è un alco- llzzato di fronte a botte di vino.
2O4. I rivoluzionari dovrebbero avere piÙ bambini possibili. È provato con sufficiente scientificità che le attitudini sociali sono, per gran parte, ereditarie. Nessuno sostiene chel'attitudine socia- le è un esito diretto della costituzione genetica di una persona ma sembra che le caratteristiche della personalità tendano, dentro il contesto della nostra società, a rendere più probabile che una per- sona assuma un determinato atteggiamento sociale. Obiezioni a queste conclusioni sono state mosse, ma sono deboli e sembrano essere motivate ideologicamente. In ogni caso, nessuno nega, in genere, diavere atteggiamenti sociali simili a quelli dei suoi geni- tori. Dal nostro punto di vista non importa troppo se le attitu- dini siano trasmesse geneticamente o attraverso l'educazione. In entrambi i casi esse vengono trasmesse.
2O5. Il problema è che molti di coloro che sono inclini a ribel- larsi contro il sistema industriale sono interessati anche ai pro- blemi della popolazione, quindi sono inclini ad avere pochi o nes- sun bambino. In questo modo essi consegnano il mondo a colo- ro che sostengono o almeno accettano il sistema industriale. Per assicurare la forza della prossima generazione di rivoluzionari la generazione attuale deve riprodursi abbondantemente. Ciò peg- giorerà il problema della popolazione solo leggermente, e la cosa più importante è liberarsi del sistema industriale perché, una vol- ta distrutto, la popolazione del mondo necessariamente decre- scerà (vedi il paragrafo 166). Al contrario, se il sistema industriale sopravvive continuerà a sviluppora nuove tecniche di produzio- ne di cibo che potranno permettere alla popolazione del mondo di continuare a crescere in modo del tutto incalcolabile.
2O6. Riguardo alla strategia rivoluzionaria l'unico punto su cui insistiamo molto è che l'obiettivo primario deve essere l'elimina- zione della tecnologia moderna e nessun altro obiettivo può com- petere con questo. Per il resto, i rivoluzionari dovrebbero avere un approccio empirico. Se l'esperienza indica che alcune racco- mandazioni dei paragrafi precedenti non danno buoni risultati, allora quelle stesse raccomandazioni dovrebbero essere scartate.

LA SOCIETÀ INDUSTRIALE E IL SUO FUTURO (parte 4)

Controllo del comportamento umano
143. Sin dall'inizio della civiltà le società organizzate hanno imposto dei condizionamenti agli essere umani a vantaggio del funzionamento dell'organismo sociale. I tipi di condizionamen- ti variano grandemente da una società all'altra. Alcuni sono fisi- ci (dieta povera, lavoro eccessivo, inquinamento ambientale), alcuni psicologici (rumore, affollamento, obbligo di adattare il proprio comportamento al modello che la società richiede). Nel passato la natura umana è stata molto stabile o, in ogni caso, poco mutevole. Di conseguenza, le società sono state capaci di condi- zionare la gente solo entro certi limiti. Quando il limite della sop- portazione umana viene oltrepassato ecco comparire gli aspetti negativi: ribellione, crimine, corruzione, assenteismo, depressio- ne e altri disturbi mentali, un elevato indice di mortalità, un indi- ce di natalità basso o altro ancora, cosÍ che la socità o crolla o il suo funzionamento perde di efficienza ed essa è sostituita (velo- cemente o gradulmente, attraverso la conquista, il logoramento o l'evoluzione) da una forma di società piÙ valida.
144. CosÍ la natura umana, in passato, ha posto alcuni confini allo sviluppo delle società. La gente poteva essere spinta verso schermi comportamentali prefissati solo entro certi limiti. Ma oggi protrebbe avvenire un cambiamento perché la tecnologia moder- na sta sviluppando delle misure per modificare gli esseri umani.
145. Immaggina una società che costringe a vivere in con- dizioni di grande infelicità cosÍ da fornire le droghe per scacciar via questa condizione. Fantascienza? In un certo qual modo ciò sta realmente accadendonella nostra società. È noto quanto sia ampiamente aumetato l'indice della depressione clinica negli ultimi decenni. Noi crediamo che questo sia dovuto alla disgre- gazione del processo del potere, come spiegato nei paragrafi 59- Ma persino se fossimo in errore l'aumentato indice della depressione è certamente il risultato di alcune condizioni presen- ti nella società di oggi. Invece di rimuovere le condizioni che ren- dono la gente depressa la società moderna fornisce droghe anti- depressive. In effetti gli antidepressivi sono un mezzo per modi- ficare l'interiorità dell'individuo in modo da permettergli di tol- lerare condizioni sociali altrimenti insopportabili. (Naturalmen- tesappiamo che la depressione è spesso di origine puramente genetica. Noi ci stiamo riferendo qui a quei casi nei quali l'am- biente gioca il ruolo predominante).
146. Le droghe che condizionano la mente sono solo uno dei mezzi di controllo del comportamento umano che la società moderna sta sviluppando. Guardiamone qualche altro.
147. Per cominciare, vi sono le tecniche di sorveglianza. Attual- mente videocamere nascoste sono usate nella maggior parte dei negozi e in molti altri posti; i computer sono usati per raccoglie- re e elaborare grandi quantità di informazioni sugli individui. I dati cosÍ ottenuti aumentano l'efficaccia della coercizione fisica (esempio: rafforzamento delle leggi). Quindi vi sono i metodi della propaganda, ai quali i mezzi di comunicazione di massa for- niscono un veicolo efficace. Tecniche efficaci sono state svilup- pate per vincere le elezioni, vendere prodotti, influenzare l'opi- nione pubblica. L'industria dell'intrattenimento serve come importante strumento psicologico del sistema persino quando scodella grandi quantità di esso e violenza. L'intrattenimento fornisce all'uomo moderno mezzi indispensabili di fuga. Assor- bito dalla televisione, video ecc., egli può dimenticare lo stress, l'ansia, la frustrazione, l'insoddisfazione. Molte persone "non civilizzate" quando non devono lavorare sono contente di sedere per ore non facendo nulla perché sono in pace con sé stesse e con il mondo. Ma la maggior parte delle persone moderne devono essere costantemente occupate o intrattenute sennò si "annoia- no", diventano inquiete, agitate, irritabili.
148. Altre tecniche agiscono in modo piÙ sotterraneo di quelle menzionate. L'educazione non è piÙ il semplice compito di puni- re bambino quando non conosce la lezione e di congratular- sicon lui quando la sa. L'educazione sta diventanto una tecnica scientifica destinata a controllare lo sviluppo del bambino. Il Centro di apprendimento Sylvan, per esempi, ha avuto un gran- de successo nel motivare i bambini allo studio, e, allo stesso modo, tecniche psicologiche sono usate con piÙ o meno succes- so in molte scuole convenzionali. Tecniche insegnate "ai genito- ri" servono a far sÍ che i bambini accettino i valori fondamentali del sistema e a farli comportarenel modo che il sistema trova desi- derabile. Programmi di salute mentale, tecniche di "intervento", la psicoterapia e cosÍ via sono apparentemente destinate al benes- sere degli individui, ma in pratica servono, di solito, come meto- di per indurli a pensare ea comportarsi come il sistema richiede. (Non vi è alcuna contraddizione. Un individuo che, a causa del proprio atteggiamento o comportamento, si trovi in conflitto con il sistema è destinato a fronteggiare una forza potente che non è capace di sottomettere o di sfuggire, quindi è probabile che sof- fra di stress, frustrazione, sconfitta. La sua strada sarà molto piÙ facile se pensa e si comporta come il sistema vuole. In questo sen- so, il sistema si muove per il bene dell'individuo quando gli fa il lavaggio del cervello e lo induce al cnformismo). L'abuso di bam- bini nelle sue forme piÙ rozze e ovvie è disapprovato in quasi tut- te le culture. Tormentare un bambino per una ragione futile o per nessuna ragione è qualcosa che terrorizza quasi tutti. Ma molti psicologi interpretano il concetto di abuso in una misura molto piÙ ampia. Lo sculacciare, quando usato come parte di un siste- ma razionale e esauriente di disciplina, può essere una forma di abuso? La questione sarà alla fine decisa dal sapere se le sculac- ciate tendono a produrre un comportamento che faciliterà l'in- serimento della persona nel sistema esistente di sociatà. In prati- ca, la parola "abuso" tende a inclure qualsiasi metodo di edu- cazione dei bambini che produca comportamenti sconvenienti per il sistema. CosÍ, quando vanno al di là della prevenzione del- la ovvia crudeltà insesata, i programmi per prevenire "abuso sui bambini" sono diretti verso il controllo del comportamento umano da parte del sistema.
149. Presumibilmente la ricerca cercherà di aumentare l'effica- cia delle tecniche psicologiche nel controllo del comportamento umano. Ma noi pensiamo che sia improbabile che le tecniche psi- cologiche da sole possano essere sufficienti a far adattare gli esse- ri umani al tipo di società che la tecnologia sta creando. Si dovrà ricorrere probabilmente a metodi biologici. Abbiamo già parlato dell'uso delle droghe in relazione a questo. La neurologia potreb- be fornire altre strade per modificare laq mente umana. L'inge- gneria genetica degli esseri umani è già all'opera nella forma di "terapia dei geni" e non vi è alcuna ragione per ritenere che tali metodi non saranno alla fine usati per modificare quegli aspetti del corpo che condizionano il funzionamento mentale.
15O. Come abbiamo detto nel paragrafo 133 sembra che la società industriale stia entrando inun periodo di pesante crisi, dovuto in parte ai problemi del comportamento umano e in parte ai problemi economici e dell'ambiente. E una considere- vole proporzione dei problemi economici e ambientali del siste- ma deriva dal modo in cui gli esseri umani si comportano. Alie- nazione, bassa autostima, dpressione, ostilità, ribellione, bam- bini che non vogliono studiare, gang di giovani, uso di droghe illegali, abuso di bambini, altri crimini, sesso insicuro, gravi- danze di bambine, crescita della popolazione, corruzione politi- ca, odio tra razze, rivalità etnica, conflitti ideologici aspri (per esempio gli abortisti "per la scelta" contro gli antiabortisti "per la vita"), l'estremismo politico, il terrorismo, il sabotaggio, i gruppi antigoverno, i gruppi di odio. Tutto questo minaccia la reale sopravvivenza del sistema. Il sistemasi vedrà obbligato a usare qualunque mezzo pratico per controllare il comporta- mento umano.
151. La disgregazione sociale che noi oggi vediamo non è certa- mente il risultato di un caso. Esso può essere solo il risultato delle condizioni di vita che il sistema impone alla gente. Noi abbiiamo sostenuto che la piÙ importante di questecondizioni è la disgrega- zione del processo del potere. Se il sistema ha buon esito nell'im- porre un controllo sufficiente sul comportamento umano per assi- curare la sua propria sopravvivenza, un nuovo spartiacque nella storia umana sarà oltrepassato. Dove in passato i limiti della resi- stenza umana hanno imposto limiti allo sviluppo delle società (come abbiamo spiegato nei paragrafi 143 e 144) la società indu- striale-tecnologica sarà capace di oltrepassare questi limiti modifi- cando gli esseri umani, sia con metodi psicologici che con metodi biologici o con entrambi. Nel futuro i sistemi sociali non dovran- no adattarsi alla richiesta dei bisogni degli esseri umani. Invece l'essere umano si adatterà alla richiesta dei bisogni del sistema.
152. In generale, il controllo tecnologico sul comportamento umano probabilmente non sarà introdotto con una intenzione totalitaria o col desiderio conscio di restringere la libertà uma- na. Ogni nuovo passo nella diffusione del controllo sulla men- te umana sarà conderato come una risposta razionale al proble- ma che l'umanità affronta in quel momento: come curare l'al- coolismo, ridurre l'indice della criminalità o indurre la gioventÙ a studiare la scienza e l'ingegneria. In molti casi, vi sarà una giu- stificazione umanitaria. Per esempio, quando uno psichiatra pre- scrive un antidepressivo a un paziente, egli sta sicuramente facen- do un favore a quell'individuo. Dovrebbe essere considerato inu- mano negare la droga a qualcuno che ne ha bisogno. Quando i genitori inviano i loro bambini al Centro di apprendimento Syl- van per far sÍ che siano manipolati al punto di essere entusiasti dei loro studi lo fanno per interesse verso il benessere dei loro bambini. Potrebbe accadere che alcuni genitori, però, pensino che non si debba avere un educazione specializzata per avere un lavoro e che i loro bambini non debbano subire il lavaggio del cervello per poi rincretinire di fronte al computer. Ma cosa pos- sono fare? Non possono cambiare la società e il loro bambino potrebbe non avere un futuro lavorativo se nonha determinate capacità. CosÍ lo mandano alla Sylvan.
153. Così il controllo sul comportamento umano sarà intrpdot- to non da una decisione calcolata delle autorità ma attraverso un processo di evoluzione sociale (comunque una rapida evoluzio- ne). Sarà impossibile resistere a questo processo perché ogni avan- zamento considerato in sé apparirà vantaggioso o, al limite, il male che ne deriva sembrerà minore del danno provocato dalla sua non attuazione (vedere paragrafo 127). La propaganda, per esempio, è usata per molti buoni motivi, come scoraggare l'a- buso sui bambini o l'odio di razza (vedi nota 14). L'educazione sussule è ovviamente utile, tuttavia l'effetto dell'educazione ses- suale (laddove ha successo) è di togliere alla famiglia il modella- mento degli atteggiamenti sessuali ponendolo nelle mani dello Stato tramite il sistema pubblico della scuola.
154. Supponiamo che venga scoperta una caratteristica biologi- ca che aumenti la probabilità che un bambino possa divenire un criminale e supponiamo qualche sorta di terapia genetica che pos- sa rimuovere questo ratto. Di sicuro la maggiorparte dei geni- tori i cui bambini possiedono questa caratteristica li sottopor- ranno a terapia. Sarebbe inumano comportarsi altrimenti, visto che il bambino probabilmente avrebbe una vita miserabile se divenisse un criminale. Ma molte, o probabilmente la maggior parte, delle società primitive hanno un indice limitato di crimi- nalità in confronto a quello della nostra società, non avendo né metodi ad alta tecnologia per l'educazione dei bambini né siste- mi duri di punizione. Visto che non è ragione di supporre che gli uomini moderni abbiano tendenze innate predatorie maggio- ri degli uomini primitivi, l'alto indice di criminalità della nostra società è probabilmente dovuto alle pressioni che le condizioni moderne impongono alla gente, alle quali molti non possono o non vogliono conformarsi. CosÍ un trattamento programmato a rimuovere le tendenze criminali potenziali è anche in parte un modo di ri-costruire la gente in modo da soddisfare le richieste del sistema.
155. La nostra società tende a considerare "malattie" qualsiasi opinione o comportamento scomodo per il sistema e questo è plausibile perche, quando un individuo non si adatta al sistema, egli viene colpito da qualche patologia creando, in tal modo, pro- blemi anche al sistema. Pertanto la manipolazione di un indivi- duo per adattarlo al sistema è vista come "cura" di una "malattia" e quindi come cosa positiva.
156. Nel paragrafo 128 abbiamo sottolineato come l'uso di un nuovo prodotto tecnologico è inizialmente facoltativo, ma non rimane in seguito necessariamente tale perchè la nuova tecnolo- gia tende a cambiare la società e diviene difficile o impossibile per chiunque operare senza farvi ricorso. Questo si applica anche alla tecnologia del comportamento umano. In un modo nel quale la maggior parte dei bambini è immessa in un programma che li rende entusiasti per lo studio, un genitore si sentirà obblicato a inserire suo figlio in questo programma perchéaltrimenti il bam- bino diventerebbe, in confronto agli altri, un ignorante e quindi non utilizzabile. Oppure supponiamo che venga scoperto un trat- tamento biologico che, senzagli indesiderabili effetti collaterali, riduca di gran lunga lo stress psicologico di cui cosÍ tante perso- ne soffrono nella nostra società. Se un gran numero di persone scegliesse di sottoporsi al trattamento, allora il livello generale di stress nella società si ridurrebbe e renderebbe possibile al sistema aumentare la pressione produttrice di stress. Infatti, qualcosa di simile sembra essere già accaduto con uno dei piÙ importanti strumenti psicologici della nostra società, che permette alla gen- te di ridurre (o almeno fuggire temporaneamente) lo stress, vale a dire l'intrattenimento di massa (vedi paragrafo 147). Il nostro uso dell'intrattenimento di massa è "facoltativo". Nessuna legge ci impone di vedere la televisione, ascoltare la radio, leggere rivi- ste. Tuttavia l'intrattenimento di massa è un mezzo di fuga e di riduzione dello stress di cui la maggiore parte di noi è divenuta dipendente. Tutti si lamentano di una televisione priva di valori, ma quasi tutti la guardiamo. Pochi hanno abbandonato l'uso del- la televisione e sarebbe una persona eccezionale quella che oggi potrebbe tirare avanti senza usare qualche forma di intratteni- mento di massa (tuttavia, fino a poco tempo fa, nella storia del- l'umanità la maggior parte degli individui tirava avanti piacevol- mente senza alcun intrattenimento di massa, a parte quello che ogni comunità locale creava per sé). Senza l'industria dell'intrat- tenimento il sistema probabilmente non sarebbe stato capace di imporci una cosÍ pesante pressione produttrice di stress.
157. Presumendo che la società industriale sopravviva, è proba- bile che la tecnologia, alla fine, acquisisca un qualcosa che si avvi- cini al controllo completo del comportamento umano. È stato stabilito al di là di ogni ragionevole dubbio che il pensiero uma- no e il comportamento hanno una larga base biologica. Gli scien- ziati hanno dimostrato che sensazioni come la fame, il piacere, la rabbia e la paura possono essere provocate o eliminate da una sti- molazione elettrica a determinate parti del cervello. La memoria può essere distrutta da danni cerebrali o può essere portata alla superficie attraverso la stimolazione elettrica. Possono essere indotte allucinazioni e i sentimenti possono essere alterati dalle droghe. Ci può essere o no un'anima umana immateriale, ma, se esistesse, essa sarebbe sicuramente meno potente dei meccanismi biologici del comportamento umano. Perché se cosÍ non fosse allora i ricercatori non sarebbero capaci di manipolare tanto facil- mente le sensazioni e i comportamenti umani con droghe e cor- renti elettriche.
158. Probabilmente non sarebbe pratico impiantare nella testa degli individui elettrodi che ne permettano il controlllo da parte delle autorità. Ma il fatto che i pensieri e le sensazioni umane sia- no cosÍ aperti all'intervento biologico dimostra che il problema di questo genere di controllo è principalmente un problema tec- nico: un problema di neuroni, e molecole complesse; il tipo di problema che è aperto all'attacco scientifico. Dato il con- siderevole primato della nostra società di risolvere problemi tec- nici, è probabile che grandi progressi saranno compiuti nel con- trollo del comportamento umano.
159. La resistenza pubblica impodirà l'introduzione del control- lo tecnologico del comportamento umano? Certamente potreb- be tentare di impedirlo qualora ci fosse il tentativo di imporre tale controllo improvvisamente e in un sol colpo. Visto però che il controllo tecnologico sarà introdotto attraverso una lunga sequela di piccoli passi, non vi sarà una resistenza pubblica razio- nale ed efficace (vedi i paragrafi 127,133,153.).
16O. A coloro che pensano che tutto questo sappia di fanta- scienza, noi mostriamo come la fantascienza di ieri sia il nostro presente. La rivoluzione industriale ha alterato radicalmente l'ambiente dell'uomo e il suo modo di vita e, visto che la tecno- logia è sempre piÙ applicata al corpo umano e alla mente, ci si deve solo aspettare che l'uomo stesso sia alterato radicalmente come lo sono stati il suo ambiente e il suo modo di vita.
La razza umana a un bivio
161. Ma siamo andati avanti troppo in fretta rispetto alla nostra storia. Una cosa è sviluppare in laboratorio una serie di tecniche psicologiche o biologiche per la manipolazione del comporta- mento umano e un'altra è integrare queste tecniche in un siste- ma sociale funzionante. La seconda è di gran lunga la piÙ diffi- cile. Per esempio, mentre le tecniche di psicologia educativa ope- rano con profitto nelle "scuole laboratorio", dove vengono svi- luppare e messe in pratica, non possono essere applicate con altrettanta efficacia in tutto il nostro sistema educativo. Le nostre scuole sono, in generale, simili tra loro. I maestri sono troppo impegnati a togliere coltelli e fucili ai ragazzi piuttosto che assog- gettarli alle piÙ innovative tecniche che li rendano dei cretini del computer. CosÍ, a dispetto di tutti i progressi tecnici relativi al comportamento umano, il sistema sino ad oggi non è riuscito con successo a controllare gli esseri umani.Le persone il cui com- portamento è considerato discretamente buono dal sistema sono quelle che potremmo definire "borghesi". Ma sempre piÙ nume- rosi sono quelli che, in un modo o nell'altro si ribellano al siste- ma: i membri delle gang giovanili, i satanisti, i nazi, i radicali, gli ambientalisti, gli uomini delle milizie ecc.
162. Il sistema è attualmente impegnato in una lotta disperata per superare certi problemi cheminacciano la sua sopravvivenza e i problemi del comportamento umano sono i piÙ importanti. Se il sistema riesce ad acquisire in fretta un sufficiente controllo sul comportamento umano probabilmente sopravviverà. Altri- menti crollerà. Noi pensiamo che la questione sarà probabil- mente risolta entro i prossimi decenni, diciamo da 4O a 1OO anni.
163. Supponiamo che il sistema sopravviva alla crisi futura. A quel punto dovrà aver risolto, o almeno aver messo sotto controllo, i problemi principali con cui si deve confrontare, in particolare quello della "socializzazione" degli esseri umani: rendere cioè la gente sufficientemente docile cosÍ che il loro comportamento non minacci piÙ il sistema. Avendo raggiunto ciò, non dovrebbe esser- ci alcun ulteriore ostacolo allo sviluppo della tecnologia ed essa probabilmente avanzerebbe verso la sua logica conclusione, che è il controllo completo di ogni cosa sulla Terra, inclusi gli esseri umani e tutti gli altri importanti organismi. Il sistema potrebbe divenire una organizzazione unitaria, monolitica, o potrebbe esse- re piÙ o meno frammentato e consistere di una serie di organizza- zioni coesistenti in una relazione che include elementi sia di coo- perazione che di competizione, cosÍ come oggi il governo, le gran- di imprese ed altre grandi organizzazioni cooperano e competono allo stesso tempo una con l'altra. La libertà umana svanirà, perché gli individui e i piccoli gruppi saranno impotenti contro le orga- nizzazioni armate con la supertecnologia e un arsenale di avanzati strumenti psicologici e biologici per la manipolazione degli esseri umani, oltre a strumenti di sorveglianza e di coercizione fisica. Solo un piccolonumero di gente avrà un reale potere, e persino questi, probabilmente, avranno solamente una libertà limitata perché anche il loro comportamento sarà regolato; cosÍ come oggi i nostri politici e i dirigenti delle grandi imprese possono conser- vare le loro posizioni di potere solo finché il loro comportamento rimane entro certi limiti discretamente circoscritti.
164. Non immaginare che, volta superata la crisi dei prossi- mi decenni i sistemi porranno termine allo sviluppo di ulteriori tecniche di controllo degli esseri umani e della natura, e che per la sopravvivenza del sistema non sia piÙ necessario aumentare il controllo. Al contrario, una volta che il peggio sarà superato, il sistema aumenterà il controllo sulle persone e sulla natura piÙ velocemente, perché non sarà piÙ ostacolato dalle difficoltà che attualmente incontra. La sopravvivenza non è il motivo princi- pale per estendere il controllo.Come abbiamo spiegato nei para- grafi 87-9O, i tecnici e gli scienziati portano avanti il loro lavoro essenzialmente come una attività sostitutiva; cioè essi soddisfano il loro bisogno di potere risolvendo problemi tecnici. Essi conti- nueranno a far ciò con inesauribile entusiasmo, e i problemi piÙ interessanti che si imporranno alla loro attenzione saranno com- prendere il corpo umano e la mente e intervenire nel loro svi- luppo. Per "il bene dell'umanità", naturalmente.
165. Ma supponiamo, al contrario, che le tensioni future si dimostrino eccessive per il sistema. Se il sistema crolla vi potreb- be essere un periodo di caos, un "periodo di difficoltà", quali la storia ha registrato durante varie epoche nel passato. È impossi- bile predire cosa emergerà da tale periodo, ma ad ogni modo dovrebbe essere concessa alla razza umana una nuova possibilità. Il periodo piÙ grande è che la società industriale cominci a rico- stituirsi entro i primi anni dopo il collasso. Certamente vi saran- no molte persone (specialmente gli affamati di potere) ansiose di riavere al piÙ presto le fabbriche riaperte.
166. Quindi due compiti si presentano di fronte a coloro che odiano la servitÙ alla quale il sistema industriale sta riducendo la razza umana. Primo, dobbiamo lavorare per innalzare le tensio- ni sociali all'interno del sistema, cosÍ da aumentare la probabilità del crollo o di un indebolimento tale da rendere possibile una rivoluzione. Secondo, è necessario sviluppare e propagare un'i- deologia che si opponga alla tecnologia e alla società industriale, se e quando il sistema si mostrerà sufficientemente indebolito. E tale ideologia ci aiuterà ad assicurare che, se e quando la società industriale crollerà, i suoi resti saranno fatti a pezzi senza possi- bilità che possano essere rimessi insieme, cosÍ che il sistema non potrà essere piÙ ricostituito. Le fabbriche devono essere distrut- te, manualibruciati, ecc.

LA SOCIETÀ INDUSTRIALE E IL SUO FUTURO (parte 3)

Come alcune persone si adattano
77. Non tutti nella società industriale tecnologica soffrono di problemi psicologici. Alcuni sostengono persino di essere del tut- to soddisfatti della società cosÍ com'è. Vediamo ora il perché di questa disparità di vedute.
78. Primo, ci sono senza ombra di dubbio differenze nella forza della spinta per il potere. Individui con una spinta debole posso- no avere, relativamente, poco bisogno di passare attraverso il pro- cesso del potere, o almeno uno scarso bisogno di autonomia all'interno di questo processo. Questi sono i caratteri docili che sarebbero stati felici come i neri delle piantagioni del vecchio sud. (Non intendiamo disprezzare i neri delle piantagioni. Diamo atto che la maggior parte degli schiavi non era contenta della propria schiavitù. Ma noi disprezziamo le persone che sono contente del- la loro schiavitù.)
79. Alcune persone possono avere una spinta eccezionale, inse- guendo la quale soddisfano il loro bisogno per il processo del potere. Per esempio, coloro che hanno una spinta particolar- mente forte per lo status sociale possono spendere l'intera vita a salire la scala sociale senza mai annoiarsi.
8O. La gente ha vari gradi di suggestionabilità di fronte alla pub- blicità e alle tecniche di marketing. Alcune persone sono cosÍ influenzabili che pur avendo una grande disponibilità di denaro non riescono a soddisfare la loro costante, insaziabile bramosia per i nuovi giocattoli scintillanti che l'industria del marketing fa penzolare davanti ai loro occhi. CosÍ si sentono sempre finanzia- riamente sotto pressione anche se loro entrate sono notevoli e la loro bramosia è continuamente frustrata.
81. Alcuni hanno una scarsa permeabilità alla pubblicità e alle tecniche di marketing. Sono le persone non interessate al dena- ro. Le acquisizionimateriali non soddisfano il loro bisogno per il processo del potere.
82. Persone mediamente condizionabili dalla pubblicità e dalle tecniche di marketing sono capaci di guadagnare abbastanza denaro per soddisfare i loro desideri, ma solo al costo di un serio sforzo (straordinari, secondo lavoro, promozioni). In questo caso l'acquisizione materiale va incontro al loro bisogno per il proces- so del potere. Ma ciò non vuol dire che questo bisogno sia pie- namente soddisfatto. Essi possono avere una autonomia insuffi- ciente nel processo del potere (il loro lavoro può consistere nel- l'eseguire ordini) e alcune delle loro spinte possono esserefru- strate (per esempio la sicurezza e l'aggressione). (Noi siamo col- pevoli di una eccessiva semplificazione nei paragrafi 8O-82 per- ché supponiamo che il desiderio per l'acquisizione materiale sia, nel suo complesso, una creazione dell'industria della pubblicità e del marketing. Naturalmente non è cosÍ semplice.)
83. Alcuni soddisfano in parte il loro bisogno per il potere iden- tificandosi con una potente organizzazione o con un movimen- to di massa. Un individuo che manca di scopi o di potere si uni- sce a un movimento o a un'organizzazione, adotta i suoi obietti- vi come propri, quindi lavora per questi obiettivi. Quando alcu- ni di questi sono raggiunti, l'individuo, anche se i suoi persona- li sforzi hanno giocato solo una parte insignificante nel loro rag- giungimento, si sente (attraverso la sua identificazione con il movimento o l'orgazzazione) come se fosse passato attraverso il processo del potere. Questo fenomeno fu sfruttato dai fascisti, dai nazisti e dai comunisti. La nostra società lo usa allo stesso modo, sebbene in maniera meno crudele. Esempio: Manuel Noriega costituiva un problema per gli Usa (obiettivo, quindi, punire Noriega). Gli Usa invasero Panama (sforzo) e punirono Noriega (raggiungimento dell'obiettivo). Gli Usa passarono attraverso il processo del potere e molti americani, in virtù della loro identificazione con gli Usa, sperimentarono il processo del potere per delega. Da ciò nacque l'approvazione pubblica del- l'invasione di Panama; essa diede alla gente un senso di potere. Noi vediamo lo stesso fenomeno negli eserciti, nelle aziende, nei partiti politici, organizzazioni umanitarie, movimenti religiosi o ideologici. In particolare, i movimenti di sinistra tendono ad attrarre persone che cercano di soddisfare il loro bisogno di pote- re. Ma per la maggior parte delle persone, l'identificazione con un'organizzazione o movimento di massa non soddisfa piena- mente il bisogno di potere.
84. Un altro modo con il quale si può soddisfare il proprio biso- gno del processo di potere sono le attività sostitutive. Come spie- ghiamo nei paragrafi 38-42, un'attività sostitutiva è diretta verso un obiettivo artificiale; l'individuo la pratica per l'interesse verso il processo di "conseguimento" che ne ricava, non perché ha biso- gno di soddisfare quello scopo specifico. Per esempio non vi è un motivo pratico per costruirsi enormi muscoli, inviare una picco- la palla dentro una buca o acquisire una serie completa di fran- cobolli postali. Tuttavia molte persone nella nostra società si dedi- cano con passione al body-building, al golf oa collezionare fran- cobolli. Alcune persone facilmente influenzabili saranno portate a dare più importanza a una attività sostitutiva perché le persone intorno la considerano importante o perché la società dice che è importante. Questa è la ragione per cui alcuni prendono molto sul serio attività essenzialmente banali come gli sport, il bridge o glischacchi o la ricerca di arcane conoscenze, mentre altri che hanno una visione più chiara le vedono niente altro che come attività sostitutive e di conseguenza non daranno importanza a quel modo di soddisfare il bisogno per il processo del potere. Rimane solo da sottolineare che, in molti casi, il modo in cui una persona si guadagna la vita è anch'essa una attività sostitutiva. Non una pura attività sostitutiva, visto che, in parte, il motivo dell'attività è di ottemperare alle necessità fisiche e (per alcune persone) raggiungere lo status sociale e le agiatezze che la pub- blicità gli fa desiderare. Ma molte persone si sforzano più del necessario per guadagnare denaro e status, e questo sforzo aggiun- tivo costituisce una attività sostitutiva. Questo sforzo addiziona- le, insieme all'investimento emozionale che lo accompagna, è una delle forze più potenti che agiscono verso il continuo sviluppo e perfezionamento del sistema, con conseguenze negative per la libertà individuale (vedi paragrafi 131). Specialmente per gli scienziati più fecondi e gli ingegneri, il lavoro tende a essere in larga misura un'attività sostitutiva. Questo punto è cosÍ impor- tante che merita una discussione a parte (paragrafi 87-92).
85. In questa sezione abbiamo spiegato come molte persone nel- la società moderna soddisfano in misura variabile il loro bisogno per il processo del potere. Ma noi pensiamo che per la maggio- ranza delle persone questo bisogno non sia pienamente soddi- sfatto. Inprimo luogo, coloro che hanno una spinta eccessiva per lo status, o che sono decisamente "agganciati" a una attività sosti- tutiva o che si identificano abbastanza fortemente con un movi- mento o un'organizzazione per soddisfare il loro bisogno di pote- re sono personalità inconsuete. Altri non sono pienamente sod- disfatti dalle attività sostitutive o dall'identificazione con una organizzazione (vedi paragrafo 41, 64). In secondo luogo, un controllo stretto viene imposto dal sistema attraverso una rego- lamentazione esplicita o attraverso la socializzazione, e questo provoca mancanza di autonomia e frustazione, per l'impossibi- lità di raggiungere certi obiettivi e per la necessità di contenere troppi impulsi.
86. Ma anche se la maggior parte delle persone nella società indu- striale teconologica fosse soddisfatta, noi (FC) ci opporremo sem- pre a quella forma di società, perché ( tra le altre ragioni) consi- deriamo degradante soddisfare il bisogno di qualcuno per il pro- cesso del potere attraverso attività sostitutive o attraverso l'iden- tificazione con una organizzazione piuttosto che attraverso la conquista di obiettivi reali.
Le ragioni degli scienziati
87. La scienza e la tecnologia forniscono i più importanti esem- pi di attività sostitutive. Alcuni scienziati dichiarano che sono motivati dalla "curiosità", asserzione semplicemente assurda. La maggior parte degli scienziati lavora su materie almente spe- cialistiche che non sono oggetto di normale curiosità. Per esem- pio un astronomo, un matematico o un entomologo sono curio- si delle proprietà dell'isopropiltrimetilmetano? Di sicuro no. Solo un chimico può esserlo e lo è solo in quanto la chimica è la sua attività sostitutiva. Il chimico è curioso dell'appropriata classifi- cazione di nuove specie di scarabei? No. È una questione che inte- ressa solo l'entomologo, e lo interessa solo perché l'entomologia è la sua attività sostitutiva. Seil chimico e l'entomologo dovesse- ro impegnarsi a fondo per soddisfare i bisogni primari e se qel- lo sforzo permettesse di esercitare le loro capacità in modo sÍ inte- ressante seppure non nel settore scintifico, allora non darebbe- ro alcuna importanza all'isopropiltrimetilmetano o alla classifi- cazione degli scarabei. Supponiamo che la mancanza di fondi per l'educazione scolastica di grado superiore avesse costretto il chi- mico a divenire un agente assicurativo. In quel caso sarebbe sta- to molto interessato alle materie assicurative e per nulla interes- sato all'isopropiltrimetilmetano. In ogni caso non è nomale spendere la quatità di tempo e di sforzi che gli scienziati dedi- cano al loro lavoro per soddisfare una semplice curiosità. Perciò, la spiegazione della "curiosità" come ragione degli scienziati per il loro lavoro non si regge in piedi.
88. La motivazione del "beneficio per l'umanità" non è da meno. Uncerto tipo di lavoro scientifico non ha niente a che vedere con il benessere della razza umana - la maggior parte dell'archeologia e delle linguistiche comparate, per esempio. Altre aree della scien- za invece, possono presentare sbocchi pericolosi. Tuttaavia gli scienziati di queste aree sono entusiasti del loro lavoro allo stesso modo di quelli che scoprono vaccini o studiano l'inquinamento dell'aria. Consideriamo il caso di Edward Teller, che si impegnò a fondo nel promuovere installazioni di energia nucleare. Il suo coinvolgimento derivava dal desiderio di beneficiare l'umanità? Se cosÍ, allora perché Teller non sentÍ alcun coinvolgimento per altre cause "umanitarie"? Se era un tale filantropo allora perché parteci può alla creazione della bomba H? Come per molti altri traguardi scientifici è aperta la questione se il nucleare sia realmente un reale beneficio per l'umanità. L'energia elettrica a basso costo è più importante dei rifiuti che si accumulano e del rischio di incidenti? Teller parlò solo di una parte della questione. Chiaramente questo profondo interesse verso il potenziale nucleare era motivato non da un desiderio di beneficiare l'umanità ma dalla soddisfazione personale che egli trasse dal suo lavoro e dal vederlo attuato.
89. Lo stesso si può dire degli scienziati in generale. Con qual- che rara eccezione le loro ragioni non sono né la curiosità né il desiderio di benessere l'umanità bensÍ il bisogno di passare attra- verso il processo del potere: avere un obiettivo (un problema scientifico da risolvere), fare uno sforzo (ricerca) e raggiungere un obiettivo (soluzione del problema). La scienza è una attività sosti- tutiva perché gli scienziati lavorano soprattutto per la soddisfa- zione che ne ricavano.
9O. Certamente la questione non è cosÍ semplice. Altri motivi giocano un ruolo per molti scienziati. Il denaro e lo status per esempio. Alcuni scienziati possono essere persone con una spin- ta insaziabile per lo status (vedi paragrafo 79) e questo potrebbe essere il motivo principale del loro lavoro. Senza dubbio la mag- gioranza degli scienziati, come la maggioranza della popolazione comune, è più o meno suscettibile alla pubblicità e alle tecniche di marketing e ha bisogno di denaro per soddisfare l'ambizione di possedere determinati beni e servizi. CosÍ la scienza non è pura attività sostitutiva; ma è in gran parte una attività sostitutiva.
91. Inotre la scienza e la tecnologia costituiscono un potente movimento di massa, molti scienziati gratificano il loro bisogno di potere attraverso l'identificazione con esso (vedi paragrafo 83).
92. CosÍ la scienza prosegue la sua marcia alla cieca, senza riguar- do per il reale benessere della razza umana o per ogni altro crite- rio, obbediente sono ai bisogni psicologicidegli scienziati e dei funzionari governativi e dei dirigenti industriali che forniscono i fondi per la ricerca.
La natura della libertà
93. Stiamo arrivando a sostenere che la società industriale te- cnologica non può essere riformata in modo da impedire che essa progressivamente restringa la sfera della libertà umana. Poiché la parola libertà può essere interpretata in molti modi, dobbiamo prima chiarire a che tipo di libertà siamo interessati.
94. Con libertà intendiamo l'opportunità di passare attraverso il processo del potere con obiettivi reali, non con quelli artificiali di attività sostitutive, e senza interferenza, manipolazione o supervisione di alcuno, specialmente di qualche organizzazione. libertà significa essere in grado di controllare (sia come indivi- duo che come menbro di un piccolo gruppo) tutti gli aspetti rela- tivi alla propria vita-morte; cibo, vestiti, riparo e difesa contro qualsiasi pericolo ci possa essere nel proprio circondario. Libertà significa avere potere; non il potere di controllare altre persone ma il potere di controllare le circostanze della propria vita. Nes- suno è libero se qualcun altro (specialmente una grossa organiz- zazione) lo ha in suo potere, non importa con quanta benevo- lenza, tolleranza e permissivismo questo potere sia esercitato. È importante non confondere la libertà con il mero permissivismo (vedi paragrado 72).
95. Si dice che noi viviamo in una società libera perché abbiamo un certo numero di diritti costituzionalmente garantiti. Ma que- sti non sono importanti come sembra.Il grado di libertà persona- le che esiste in una società è determinato più dalla struttura eco- nomica e tecnologica che dalle sue leggi o dalla sua forma di gover- no. La maggior parte delle nazioni indiane del NewEngland era- no monarchie, e molte città del Rinascimento italiano erano com- trollate da dittatori. Ma leggendo di queste società si ha l'impres- sione che esse permettessero molta piÙ libertà personale della nostra. In parte questo accadeva perché non avevano meccanismi efficienti per rinfozare la volontà del reggente: non vi era una for- za di polizia moderna, bene organizzata, non vi erano comunica- zioni rapide tra lunghe distanze, non vierano camere di sorve- glianza, né dossier informativi sulla vita dei cittadini comuni. Quindi era relativamente facile evadere il controllo.
96. Fra i nostri diritticostituzionali consideriamo, per esempio, quello della libertà di stampa. Noi certamente non vogliamo colpire quel diritto; è uno strumento molto importante per limitare la concentrazione del potere politico e tenerlo sotto controllo esponendo pubblicamente qualsiasi comportamento scorretto. Ma la libertà è di epoca utilità per il cittadino medio come individuo. I mass media sono per la maggior parte sotto il controllo di grandi organizzazioni integrate neel sistema. Qualsiasi persona, con pochi soldi, può pubblicare uno scritto o distribuirlo su Internet o simili, ma quello che egli avrà da dire sarà travolto da una enorme quantità di materiale prodotto dai media, quindi non avrà alcun effetto pratico. Colpire l'attenzione della società con le parole è quindi quasi impossibile per la maggior parte degli individui e dei piccoli gruppi. Prendi noi (FC), per esempio. Se non avessimo compiuto alcunché di violento e avessimo inviato il presente scritto a un editore, probabilmente non sarebbe stato pubblicato. Se lo avessero accettato e pubblucato probabilmente non avrebbe attratto molti lettori perché è piÙ interessante il divertimento messo in piedi dai media che legge- re un saggio serio. Persino se questi scritti avessero avuto molti lettori, la maggior parte di loro li avrebbe presto dimenticati vista la massa di materiale con cui i media inondano le loro menti. Per diffondere il nostro messaggio, con qualche probabilità di avere un effetto duratro, abbiamo dovuto uccidere delle persone.
97. I diritti costituzionali sono utili fino a un certo punto, ma non servono a garantire molto di piÙ di quello che potremmo chiamare la concezione borghese della libertà. Secondo la concezione borghese, un uomo "libero" è essenzialmente un elemento di una macchina sociale e ha solo un certo numero di libertà codificare e circoscritte; libertà che sono disegnate per servire i bisogni della macchina sociale piuttosto che quelli dell'individuo. CosÍ l'uomo "libero" borghese ha una libertà economica perché promuove la crescita e il processo; ha libertà di stampa perché la critica pubblica limita il comportamento scorretto dei leader politici; e ha diritto a un giusto processo perché, secondo il sistema, la carcerazione per il capriccio di un potente sarebbe considerato un atto iniquo. Questo fu sicuramente l'atteggiamento di SimÓn BolÍvar. Per lui la gente meritava la libertà solo se la si usava per promuovere il progresso (progresso secondo la concezione borghese). Altri pensatori borghesi hanno avuto un simile punto di vista della libertà come semplice mezzo per fini collettivi. Chester C. Tan nel suo il pensiero politico cinese nel XX secolo (p.2O2) spiega la filosofia del leader del Kuomintang, Hu-Ha-min: “A un individuo sono concessi dei diritti perché egli è un membro della società e la sua vita comunitaria richiede tali diritti. Con comunità Hu intende l'intera società della nazione”. E a p. 259 Tan afferma che secondo Carsum Chang (Chang Chun-Mai, capo del Partito di Stato Socialista in Cina) la libertà deve essere usata nell'interesse dello Stato e della gente considerata nel suo complesso. Ma che tipo di libertà possiede un individuo che può esercitare solo una libertà prescritta da qualcun altro? La concezione di FC della libertà non è quella di SimÓn BolÍvar, Hu, Chang o altri teorici borghesi. Il problema di tali teorici è che hanno fatto dello sviluppo e dell'applicazione delle teorie sociali la loro attività sostitutiva. Conseguentemente, le teorie sono designate a servire i bisogni dei teorici piÙ che i bisogni di qualsiasi persona sufficientemente sfortunata da vivere in una società nella quale quelle teorie sono imposte.
98. Un altro punto deve essere sottolineato in questa sezione non si dovrebbe pensare che una persona ha abbastanza libertà solo perché dice di averla. La libertà è in parte limitata dal controllo psicologico del quale la gente non si rende conto. Inoltre, molte idee della gente su quello che costituisce la libertà sono dettate piÙ dalla convezione sociale che dai bisogni reali. Per esempio, è probabile che molti uomini di sinistra o del tipo sovrasocilizzato dicano che la maggior parte delle persone, inclusi loro stessi, sono socializzati troppo poco piuttosto che troppo, tuttavia il sovrasocializzato di sinistra paga un pesante prezzo psicologico per il suo alto livello di socializzazione.
Alcuni princÍpi di storia
99. Pensa alla storia come la somma di due componenti: una componente eratica che consiste di eventi non prevedibili che seguono un iter non discernibile, e una componente regolare che consiste di tendenze storiche di lungo termine. Qui noi siamo interessati alle tendenze di lungo termine.
1OO. Primo principio. Se viene applicato un piccolo cambiamento che influenza una tendenza storica di lungo periodo quel cambiamento sarà sempre transitorio: la tendenza presto ritornerà al suo stato originale. (Esempio: un movimento di riforma che ha il fine di eliminare la corruzione politica nella società raramente ha piÙ di un effetto a brevetermine; presto o tardi i riformatori si rilassano e la corruzione ritorna. Il livello della corruzione politica in una data società tende a rimanere costante o a cambiare solo lentamente con l'evoluzione della società. Normalmente una epurazione politica sarà permanente solo se accompagnata da cambiamenti sociali diffusi; un piccolo cambiamento nella società non sarà sufficiente.) Se un piccolo cambiamento in una tendenza storica di lungo termine appare permanente è solo perché il cambiamento si muove nella direzione in cui la tendenza si sta muovendo, cosÍ che la tendenza non viene alterata ma solo aiutata a progredire.

Punti da 101 a 134

135. Nel paragrafo 124 abbiamo usato l'esempio del vicino debo- le che viene sconfitto da un vicino forte costringendolo a una serie di compromessi gli prende tutta la terra. Ma supponiamo ora che il vicino forte si ammali tanto da essere incapace di difendersi. Il vicino debole può costringerlo affiché gli ridia indietro la terra oppure può ucciderlo. Se permette all'uomo forte di sopravvivere e si dà da fare solo per riavere la terra è uno stupido, perché quan- do l'altro guarirà se la riprenderà. La sola alternativa possibile per l'uomo debole è di uccidere il piÙ forte quando ne ha la possibilità. Allo stesso modo, dobbiamo distruggere il sistema industriale mentre è debole. Se ci compromettiamo con esso e lo lasciamo guarire dalla sua malattia alla fine ci toglierà tutta la nostra libertà.
I piÙ semplici problemi sociali si sono dimostrati insolubili
136. Se nonostate ciò qualcuno immagina che sarebbe possibi- le riformare il sistema in modo tale da proteggere la libertà dalla tecnologia inducetelo a riflettere su come la società abbia affron- tato altri problemi sociali, molto piÙ semplici e facili, con roz- zezza e senza alcun risultato. Tra le altre cose, il sistema non ha avuto successo nel fermare la degradazione ambientale, la corru- zione politica, il traffico di droga e l'abuso domestico.
137. Prendiamo per esmpio i nostri problemi ambientali. Qui il conflitto di valori è semplice: la convenienza economica attua- le contro il salvataggio di alcune risorse naturali per i nostri nipo- ti. Ma su questo argomento la risposta è solo un mucchio di discorsi a vanvera e di ragionamenti confusi daparte delle per- sone che detengono il potere; mai una linea di azione chiara e fondata, e cosÍ continuiamo ad accrescere i problemi ambientali con cui dovranno vivere in futuro i nostri nipoti. I tentativi di risolvere il tema ambientale consistono in lotte e compromessi tra differenti fazioni, alcune delle quali prevalenti in un dato momento o in un altro. La linea di azione cambia a seconda del- le correnti dell'opinione pubblica. Questo non è un processo razionale, o tale da portare con buona probabilità a una soluzio- ne definitiva e positiva del problema. I maggiori problemi socia- li, se "risolti" del tutto, raramente o mai lo sono attraverso un qualunque piano razionale complessivo. Essi si risolvono solo attraverso un processo nel quale vari gruppi in competizione ricercano il loro proprio interesse, di solito a corto termine, arri- vando (principalmente grazie alla fortuna) a un certo modus vivendi piÙ o meno stabile. Infatti, i princÍpi che abbiammo for- mulato nei paragrafi 1OO-1O6 fanno dubitare che la pianificazio- ne razionale sociale a lungo termine possa avere mai successo.
138. È chiaro, pertanto, che la razza umana ha, tutt'al piÙ, una capacità molto limitata di risolvere i problemi sociali, persino quelli relativamente facili. Come si dovrebbe risolvere allora il problema molto piÙ difficile e sottile di riconciliare la libertà con la tecnologia? La tecnologia presenta vantaggi materiali chiarissi- mi, mentre la libertà è un'astrazione che assume diverso signifi- cato a seconda delle persone e la sua perdita è facilmente coper- ta dalla propaganda chiacchiere inutili.
139. C'è inoltre una differenza importante: è possibile che i nostri problemi ambientali (per esempio) possano un giorno esse- re risolti attraverso un piano razionale complessivo, ma se questo accadrà sarà solo perché è nell'interesse a lungo termine del siste- ma risolvere questi problemi. Invece non è interesse del sistema preservare la libertà o l'aunomia di un piccolo gruppo. Al con- trario, è nell'interesse del sistema allargare il piÙ possibile il con- trollo del comportamento umano. CosÍ mentre le considera- zioni pratiche possono alla fine obbligare il sistema ad avere un approccio razionale e prudente ai problemi ambientali, conside- razioni egualmente pratiche spingeranno il sistema a regolare il comportamento umano ancora piÙ accuratatamente (di preferen- za con mezzi indiretti che dissimuleranno l'attacco alla libertà). Questa non è solo la nostra opinione. Eminenti scienziati socia- li (per esempio James Q. Wilson) hanno sottolineato l'impor- tanza di preparare meglio le persone alla "vita sociale".
14O. Confidiamo di aver convito il lettore che il sistema non può essere riformato in modo tale da conciliare la libertà con la tecnologia. Il solo modo è di fare completamentte a meno del sistema industriale tecnologico. Questo implica la rivoluzione, non neccessariamente un'insurrezione armata, ma certamente un cambiamento radicale e fondamentale nella natura della società.
141. La gente pensa che poiché la rivoluzione implica un cam- biamento molto piÙ radicale della riforma sia piÙ difficile deter- mnarla. In realtà, in certe circostanze, la rivoluzione è piÙ facile che la riforma. La ragione è che un movimento rivoluzionario può ispirare una intensità di impegno che un movimento di rifor- ma non può ispirare. Un movimento di riforma offre solo la pos- sibilità di risolvere un problema sociale particolare. Un movi- mento rivoluzionario offre la possibilità di rsokvere tutti i pro- blemi in un colpo solo e di creare un mondo interamente nuovo; fornisce il tipo di ideale per il quale la gente accetterà di accol- larsi un rischio e di fare grandi sacrifici. Per queste ragioni sareb- be molto piÙ facile rovesciare l'intero sistema tecnologico che imporre restrizioni e divieti permanenti allo sviluppo dell'appli- cazione di qualunque segmento della tecnologia, come l'inge- gneria genetica. In condizioni opportune un grande numero di persona potrebbe dedicarsi con passione a una rivoluzione con- tro il sistema industrile-tecnologico. Come notavamo nel para- grafo 132, i riformatori che cercano di limitare certi aspetti del- la tecnologia potrebbero impegnarsi per evitare un danno. Ma i rivoluzionari lavorano per ottenere una altissima ricompensa: la realizzazione della loro visione rivoluzionaria, e quindi lavorano più duramente e con più tenacia dei riformatori.
142. La riforma è sempre frenata dalla paura delle possibili conse- guenze negative in caso di cambiamenti poco prevedibili. Ma, una volta che la febbre rivoluzionaria ha preso piede in una società, la gente è disposta ad affrontare infinite avversità per fine della rivoluzione. Questo fu dimostrato chiaramente nella rivoluzione fracese e russa. Potrebbe essere accaduto, in quei casi, che solo una minoranza della popolazione fosse realmente impegnata nel- la rivoluzione, ma questa minoranza era sufficientemente ampia e attiva da divenire la forza dominante nella società. Riparleremo più a lungo della rivoluzione nei paragrafi 180-105.