domenica 3 luglio 2011

Il TAV non è altro che un progetto folle di un capitalismo schizofrenico.

tratto da laboratorioantispecista.org




La desertificazione delle campagne, l’ammucchiarsi in periferie senza nome e in città invivibili, l’omologazione delle esistenze, la vita totalmente dominata dagli imperativi economici, il tempo libero e gli svaghi divenuti essi stessi merci, il crescente sentimento dell’assurdità di una simile vita e la continua fuga in avanti per tentare di dimenticarlo, questa è la sorte comune della nostra epoca.
Il trasporto rapido delle merci e degli uomini, da esigenza essenzialmente economica è diventato un fine in sé; le esigenze funzionali della vita stereotipata dei dirigenti, mediatori e cortigiani di questa mobilità mercantile e vere appendici biologiche dell’Economia, si sono imposti all’insieme della popolazione come bisogni dominanti.
Quel che rimane della campagna, da cui è stato astratto tutto ciò che non si identifica economicamente e dove non restano che bistecche a quattro zampe, ettari di prati bonificati, e quote di mammelle, non merita più che essere attraversato a gran velocità.
La proliferazione di una tecnologia autodistruttrice permette di aggirare la contraddizione storica di una ricchezza perpetuamente confiscata.
Di conseguenza, si può descrivere il TAV come un’arma ulteriore nell’arsenale attraverso cui la società presente combatte le possibilità emancipatrici.
L’unico interesse generale che meriti essere discusso in questa fine di secolo, è il tentativo di mettere fine al saccheggio della vita, e non di guadagnare qualche decina di minuti .
E l’unica crescita che valga la pena di affermare è quella, qualitativa, dell’esistenza umana, l’unica che permetta di uscire da quest’oscura preistoria economica.
Nessuno sfugge al disastro. Anche se non tutti viviamo lungo il percorso del TAV.
Viviamo tutti lungo quello dell’Economia.
Del resto se il capitalismo, nella sua immensa voracità, non mostra alcuna sensibilità nei confronti degli esseri umani, che – sempre in nome della civiltà e del progresso – domina, sfrutta, avvelena, affama, espone a rischi mortali, massacra in continue guerre, perché mai dovrebbe porsi degli scrupoli nei confronti degli animali, della vegetazione o del paesaggio?
Al di là delle valutazioni etiche di chi come noi pensa che la vita dell’uomo sulla terra dovrebbe svolgersi in piena armonia con la natura, il progetto TAV (nato in Italia nel 1991 con la costituzione dell’omonima società) è un non senso anche sul piano del profitto che dovrebbe stare alla base di ogni investimento capitalista: si tratta infatti di una grossa bufala, spinta da politici foraggiati da vari gruppi finanziari per mungere le casse dello Stato e spremere i piccoli risparmiatori che tentano di aumentare il proprio gruzzolo puntando alla roulette truccata del gran capitale.
Il rapporto che esiste tra investimenti e futuri guadagni, determinati dal numero dei possibili utenti dell’alta velocità, è decisamente sfavorevole. Le leve di questo vasto meccanismo che è il progetto TAV sono naturalmente in mani molto potenti che non si cureranno certo né degli elevati danni al territorio né di quelli causati alle persone che in questo territorio vivono.
Sull’alta Velocità non si fanno battaglie politiche, non vi sono schieramenti contrapposti. Destra e sinistra vanno a braccetto in perfetta sintonia.
La lotta contro il TAV è, di fatto, la lotta contro tutta la classe dominante che lo vuole, lo difende, lo impone
Queste parole sono tratte da LE SCARPE DEI SUICIDI di Tobia Imperato. Il nostro pensiero va a Edo e Sole, compagni uccisi dallo Stato che li ha privati della libertà. I primi arresti nell’ambito delle operazioni repressive contro chi si è sempre opposto al progetto TAV.

1 commento:

  1. Bello e interessante blog,complimenti,questo è il mio http://informazioneconsapevole.blogspot.com/ ,se vi va dateci un'occhiata.Ciao

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